Capitolo 77

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Arriviamo in salotto.

Una signora con i capelli biondi, come Ingrid, a caschetto, punta il dito contro Nicolas.
Quest'ultimo ribatte con lo stesso tono di voce, se non più duro.

Rimango vicina ad Ingrid, stringedole la mano.
Sento i suoi singhiozzi diventare più forti e insistenti.

La situazione tra i due vedo che sta peggiorando.

Basta!

Nicolas ha alcune vene che si intravedono, vicino alle tempie.
Ha la mascella serrata e rigida.

Mi avvicino a lui velocemente.

Cala il silenzio quando mi metto fra i due e prendo il viso del mio ragazzo fra le mani.
Nicolas posa il suoi occhi su di me.
Sembra in stato confusionale, diverso.

Qualche secondo dopo mi riconosce e mi abbraccia, solo col braccio intero.

Io ricambio il gesto e respiro il suo profumo.

"Menomale che sei arrivata"
Sussurra accanto al mio orecchio, provocandomi dei brividi.

"Devi stare calmo.
Ora ci sono io"
Mi distacco e lo fisso, dritto agli occhi.

"Ingrid è sconvolta.
La porti in camera tu o ci penso io?"
Chiedo indicando la ragazza.

"Pensaci tu per favore"
Chiede anche lui, affranto dalla situazione.

Annuisco.
Con la coda dell'occhio vedo la madre si Nicolas e Ingrid che mi esamina, da capo a piede.

Anche se con loro non ha un gran rapporto, mi mette in soggezione.
È pur sempre la madre.

Dalla rigidità del suo corpo, dalle mani chiuse in pugni, si nota quanto è arrabbiata, la tensione è palpabile, ancor più di prima che stavano quasi per tirarsi oggetti l'un l'altro.

Abbraccio la mia amica e la porto in camera.

La stringo forte a me provando a consolarla.

"Perché è tornata?
Non poteva lasciarci in pace?!"
Urla frustrata, scoppiando a piangere, rigando le sue guance rosse e sedendosi sul letto.

Fissa il vuoto.
Provo a chiamarla, ma non risponde.
Sembra come in trans.

Inizio a preoccuparmi e mi abbasso per arrivare alla sua altezza.
Poggio le mani sulle sue spalle, la scuoto, chiamandola per nome più e più volte.

"Non mi lasci sola vero?"
Singhiozza, il suono è a malapena udibile.

"Certo tesoro, certo"
Mi siedo accanto a lei e asciugo le lacrime che continuano a scendere, bagnandole il viso.

Quando i suoi singhiozzi e sospiri si appianano, continuo ad accarezzarle la schiena.
Messa accanto a me, col la testa china sulla mia spalla, in totale silenzio.

"Vuoi risposare?
Non ti farebbe male"
Le dico.

In realtà vorrei vedere come sta Nicolas, dato che non si sentono più rumori.

Muove la testa.
Cautamente si fa indietro, io mi alzo e la aiuto ad alzare le coperte.

Si sdraia e si rilassa all'istante.
Le accarezzo qualche minuto i capelli e quando la vedo chiudere gli occhi, mi allontano e chiudo la porta della sua stanza.
Lasciandola riposare.

In silenzio scendo di sotto e non vedo nessuno.

Ma dove se ne sono andati?
Penso irritata.

Un amore impossibile. {IN REVISIONE}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora