Capitolo 10 💘

7.2K 318 11
                                    

NICOLAS'S POV

"È più che logico che tu voglia sapere.
I miei sono persone difficili.
Io sono stato solo un numero, una valutazione scolastica.
Una volta diventato grande, ho preso mia sorella, succube della loro ottusità ed oppressione.
Siamo scappati, dall'altra parte del mondo"

"Sarà banale, ma, mi dispiace"
Non sapevo cos'altro dirgli.
A volte le parole non bastano.

"Non ci pensare, è acqua passata"

GIULIA'S POV

È completamente andato, pensavo che un uomo grande e forte come lui non andasse a dormire alla medesima ora di mia nonna.

Ha iniziato a sbadigliare almeno una ventina di minuti fa, se non di più.

Sicuramente il lavoro e tutto ciò che si porta dentro lo appesantisce e anche molto.
Inoltre, temo che le birre, oramai vuote, che si è scolato, hanno solamente peggiorato la situazione.
E poi, tra una chiacchiera e l'altra, il tempo è veramente volato e si è già fatta una certa ora.

"Credo che un vecchietto debba andare a fare la nanna"
Dico giocando con i nervi di Nicolas.

"Ti accompagno"
Si tira su dal divano, passandosi la mano destra sul viso, come a svegliarsi.

Si guarda intorno, come se non riuscisse a ricordare dove o cosa si trova l'oggetto che cerca.

È proprio malandato.

"Lascia perdere vecchio, chiamo un taxi"
Sono coraggiosa, ma non sono scema.
So e conosco, ahimè, la cronaca degli ultimi anni.
Per noi donne o ragazze non è semplice girare per la città, dopo una certa ora.
Non prenderei mai un mezzo pubblico.

"Rimani qui"
Esordisce, fissandomi, così intensamente.

Tranne che non fosse l'effetto del sonno, i almeno spero.

Perché quello sguardo, combinato a quella voce suadente, mi ha fatto barcollare e tremare.

Vale la pena beccarsi un cazziatone dei miei?
Vale la pena restare qui?

Ma, no!
È sbagliata la domanda.
Non deve valerne la pena.
Me e Nicolas non siamo un problema matematico o un'equazione.

Devo pensare a cosa voglio io, senza analizzarlo neanche fossi a scuola.
Devo abbandonare questo mio modo di fare, così precisino.

§~~~~~~~~~~~~~~~~~~§

Ma cos'è tutto questo casino?
Porte che sbattono, acqua del lavandino che scorre, rumori di posate varie.
Che ora sarà?

Lo fanno apposta!
È un complotto contro di me.

"Scricciolo svegliati.
Vieni in cucina che ti preparo la colazione"
Sento le sue morbide labbra che lasciano un dolce bacio, sulla guancia.
Carica come non mai, mi alzo di scatto e vado in cucina, il luogo da dove provengono la maggior parte dei rumori.

"Buongiorno"
Saluto con la bocca impastata dal sonno.

"Buongiorno scricciolo.
Dormito bene?"
Come fa ad essere così sexy... Eh no, bello, si, bello.
Come fa ad essere così bello già di mattina?

Eppure non indossa nulla di particolare, solo una maglia aderente.
Che muscoli da paura.
Che spalle.

Basta, è meglio se la smetto.

"Si, tu?"
Mento, solo perché non sono abituata a dormire fuori casa ed ho difficoltà a prendere sonno in un letto non mio.

Ieri sera, come si può dedurre, ho convinto mia madre a restare da un'amica.
Infondo, Ingrid è una ragazza, non mi amica, ma magari un quarto di verità l'ho detta.
Diciamo.

Mi sono dovuta chiudere in bagno per non mettermi in ridicolo a causa dei miei piagnistei e tattiche per convincere il vero capo della casa, mia madre.

Mi attende comunque una grande strigliata.

"Non accada più che mi avvisi all'ultimo minuto"
Parole sue.

"Benissimo.
Colazione dolce o salata?"
Alzo l'indice, indicando la mia scelta.
Già la scuola, la mattina è amara, almeno il risveglio deve essere dolce.

Prende dei pancake, quelli da riscaldare, già pronti.
Non mi aspettavo che si svegliasse presto solo per prepararmi la colazione.

Prende due tovagliette, quelle di plastica sottili: blu e bianche, le posa sul tavolo.
Sistema su un piattino due pancake, tira fuori dal frigo il burro, ne taglia una fetta sottile e la sistema sulla pietanza.
Infine, sciroppo d'acero.

Un vero professionista.

"Buon appetito.
Grazie"

"Buongiorno!"
Urla Ingrid, entrando in cucina.

"Buongiorno"
Ricambiamo io ed il fratello contemporaneamente.

"Nicolas!
Le hai riscaldato quei pancake!?
Ma che figura ci fai?"
Sbuffa la ragazza, mentre il maschio della casa non capisce esattamente quale sia il problema.

Effettivamente, sono comunque buoni.

"Tranquilla ti preparato qualcosa io"
Riprende la ragazza.

"Mm... no tranquilla non ti scomodare"

"Ah ah, non esiste te tu mangia quei così.
Non ti farò morire di fame, non io"
Nicolas mima con le dita una forbice.
Tagliamola qui.

Ergo, è inutile continuare.
Oramai la donna incinta ha preso la sua decisione e niente e nessuno la fermerà.

Nicolas fa un sorrisetto, sconfitto.
Si alza.

"Dopo preparati che ti accompagno a scuola"

Un amore impossibile. {IN REVISIONE}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora