Capitolo 71

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"Come sono le tue colleghe?
Belle?
Forti?"
Domando, cambiando discorso e provando a distrarmi.

"Forti senza dubbio.
Belle?
Non ci ho fatto caso ero troppo impegnato a pensarti"
Si certo e io ci credo...come no.

Di conseguenza faccio una smorfia.

"A breve invieranno le vacanze di Natale e martedì uscirò prima.
Assemblea d'istituto.
Che si fa?"
Domando, mantenendo lo sguardo fisso sui suoi occhi.

Ho voglia di recuperare il tempo perso, girare per negozi e magari far morire di invidia le ragazze che ci guarderanno.

Siamo monelle!
No...siamo stronze.

Così capiranno che Nicolas è mio e non di quelle troiette.

"Potremmo uscire, oppure, se hai qualche problema darti ripetizioni"
È dolce come pensiero, ma anche no!

Già mi bastano le nove ore che utilizzo per lo studio.
Cinque in quella prigione di psicopatici e quattro quando studio a casa.

"Tranquillo, non ho bisogno di una mano"
Rispondo.

"Pensavo...cosa prendiamo a Ingrid?
E ovviamente al bambino"
Già da un po' che pensavo ad una collana per la mamma e una culla per il bimbo.

Ovviamente troverò un modo per farmi bastare i soldi.
Non prendo sempre la paghetta.

Di certo non posso andare dai miei e dire: "Ei!   Visto che si stanno avvicinando le vacanze di Natale, mi date cento euro?
Se mi rimangono ve li ritorno".
Credo proprio di no.

Sbuffo rumorosamente e Nicolas mi guarda di sottecchi.

"Niente"
Non mi farò vedere debole da lui, mi arrangerò, ma di certo non mi lamenterò con lui e con nessun altro.

Per fortuna lascia stare.

"Che ore sono?"
Entro le diciassette devo essere a casa,  ma ho perso la cognizione del tempo.
Spero anche che sia presto.

"Sono le...quattordici e mezza"
Farfuglia.

Oh cazzo!

Salto in piedi e inizio a guardarmi in torno, a dire cose senza senso.

"Mi sono perso qualcosa?"
Dice il mio ragazzo alzando le spalle confuso.

Si alza anche lui e cerca di starmi dietro.
Io non sento niente se non il mio pensiero.

Corri corri corri corri....dove cazzo hai messo il giubbotto?

"Scricciolo!"
Mi richiama alzando un po' il tono della voce, cercando di essere il più dolce possibile.

"Ah?"
Chiedo, non ricordo cosa stava dicendo.

"Potresti dirmi che succede"
Siamo a pochi centimetri di distanza ed elimina quel poco che ci separava.

Un dolce e semplice bacio a stampo.

"Devo tornare a casa"
Annuncio frustrata.
Ma perché ho quattordici anni e non diciotto.
Libera, indipendentemente, potrei scegliere anche di vivere con loro due, senza alcun problema.

Però non è così...giusto?
Giusto.

"Vuoi che ti accompagno?"
Chiede come suo solito.

Nego, muovendo la testa.

"Sicura?
Guarda che non sto tranquillo"
Ci risiamo.

Alzo gli occhi al cielo.
La solita storia ogni volta.

"Ti mando un messaggio appena arrivo promesso"
Spero di convincerlo.

Dopo qualche minuto così, lo convinco.

"Ci sentiamo più tardi no?"
Dico alla soglia della porta d'ingresso.

"Sisi"
Annuisce e poi agita la mano.

Ricambio il gesto e prendo la via per casa.

Tempo venti minuti e arrivo a destinazione.

Come sempre saluto e vado in camera.

Avviso Nicolas, faccio una doccia calda, preparo lo zaino, i vestiti per il giorno dopo.

Un jeans nero, maglietta rosa chiaro, scarpe bianche e giubbotto in pelle nero.

Sospiro quando mi butto sul letto e i miei muscoli si rilassano.

Chiudo subito gli occhi e cado tra le braccia di Morfeo, che mi accoglie in sogno stupendo.

Siamo io e Nicolas, siamo grandi, io tengo in braccio un bambino e siamo tutti e tre felici.

Purtroppo vengo svegliata da mia mamma che mi chiama.

Lorenzo!

Il suo nome mi fa scattare e in fretta e furia mi preparo.
Voglio vedere cosa succede, voglio togliermi questo peso dal petto.

Un amore impossibile. {IN REVISIONE}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora