Capitolo 78

4.6K 206 8
                                    

Mi precipito all'entrata.

Come immaginavo, Nicolas apre lo sportello a sua madre e quest'ultima sgomma via.

Quando il mio ragazzo rientra in casa lo abbraccio.

"Come stai?"
Chiedo decisamente preoccupata, anche lui dev'essere scosso.

"Potrei stare meglio, ma non ti preoccupare.
Passerà"
Mi rivolge un sorriso forzate e mi allontana da lui, che se ne va in cucina e prende una birra.

Prova a stappare la bibita, ma non ci riesce.
Si innervosisce e lancia qualcosa, contro il piano cucina.

Decido di aiutarlo e così mi avvicino.

Gli stappo la bottiglia e gliela porgo.

"Non avevo bisogno del tuo aiuto.
Grazie comunque"
Deve ringraziare il fatto che ha il braccio rotto, altrimenti lo avrei già riempito di schiaffi.

Respira... devo stare calma.

Non ci riusciva e ora dice, non avevo bisogno del tuo aiuto.
Stupido.

"Prego"
Mi sforzo a dire.
Sbuffo e penso a cosa possa essere successo prima del mio arrivo.

"Quando è venuta tua mamma?"
Sbotto e lui mi guarda stranito e ancora arrabbiato da prima.

"Un'oretta fa"
Risponde secco e senza guardarmi.

"Che cosa voleva?"
Me strafrego di quello che pensa, è arrabbiato?
Peggio per lui.
Io sono la sua ragazza e voglio sapere cosa ci faceva sua mamma qui, conoscendo la loro storia e la rottura del loro rapporto.

La cosa che mi lascia sempre più dubbiosa era il volto della signora.
Non era quello di chi vuole rivedere i suoi figli o di una mamma che vuole riavvicinarsi a Nicolas e Ingrid.

Era molto infastidita, forse era venuto con l'intento di fare pace, poi devono aver litigato ed è successo quello che già so.

"Voleva che tornavamo a casa, perché siamo degli immaturi.
Diceva che lei non voleva puntarci il dito contro come papà, perché siamo ragazzi e tutti fanno stupidaggini.
Peccato per lei, non aveva capito che eravamo seri.
Io e mia sorella rimaniamo qui.

Ha iniziato ad incazzarsi ancor di più quando ha visto il mio braccio"
La rabbia di prima sta tornando dentro di lui.

Non voglio che stia così male.

Ma sua mamma non poteva farsi gli affari suoi?
Perché rompere le scatole!?

"Però non ha tutti i torti, se io vedessi mio figlio col braccio rotto... e se avessi lo stesso rapporto che avete voi.
Non dico mi arrabbiarei come lei, ma sarei delusa e penserei di non essere brava come madre"
Penso e riferisco al mio ragazzo.

Una madre vuole solo il meglio per i figli, sicuramente lei pensa al lavoro che fa Nicolas e ritrovarlo con un braccio rotto... non dev'essere bellissimo.

Tralasciando tutti i lividi e le contusioni.

"Che fai la difendi?"
Alza il tono della voce e di molto, urla con enfasi e con disgusto.

"No!
Non la sto difendendo!
Sto dicendo che una mamma... qualsiasi!
È preoccupata per i propri figli e io sono sicura che trovarti così, col lavoro che fai, non l'è rimasto indifferente.
Tutto qua!"
Mi sfogo anch'io, urlando.
Sento la gola bruciare e le corde vocali esplodere.

Respiro e ingoio la saliva per alleviare questi fastidi.

Il silenzio cala tra di noi e io capisco, meglio che me ne vado.

"Vado a casa.
Così ti calmi e poi ci sentiamo con calma"
Comunico a viso basso.

Vorrei rimanere, ma non così.

La cosa che continuo a ripetermi... è stato lui a chiamarmi!!
Questo mi da fastidio!

E poi mi tratta così?!

Anche io ho i miei pensieri e casini, non grossi come i suoi, naturalmente.
Ma non tratto così le persone, se sono io a chiamarle.

Cammino verso l'uscita, perché non mi ferma?

Perché lui non ci vuole.
Vuole questo, via da casa sua.
Via da lui e dalla sua vita.

Con gli occhi che pizzicano apro la porta.

"Aspetta"
Mi giro verso di lui.
Tiene saldamente il mio braccio e mi tira dentro.

Sprofondo il viso nel suo petto e ispiro il suo profumo.

Mi abbraccia, tenendo il braccio dietro la mia schiena.

"Nicolas, perché tua mamma era qui.
Lo so che è venuta per dirti altro"

Lo sento sospirare.

"Hai ragione.
Vieni, mettiamoci comodi"

Un amore impossibile. {IN REVISIONE}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora