Capitolo 91

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Aspetto che la mia amica ritorni.
Passano dieci minuti, venti.

Mi agito, i professori chiedono dove sia finita.
Io mento, dicendo che è al bagno, non si sente bene.

Non ascolto neanche una parola detta dal docente di inglese.

Se quel Marco le tocca anche solo un capello, giuro che lo uccido con le mie mani.

"Rossi, bentornata.
Spero che si senta meglio"
Federica entra in classe con la testa china e con un sussurro chiede scusa.

Quando si siede accanto a me si volta dall'altra parte.
Fingendo di comportarsi come sempre.

"Che è successo?"
La affianco per non farmi sentire dagli altri.

"Niente"
Farfuglia coprendo il volto con i capelli.

Le scosto quella chioma di nero.

Una rabbia incontrollabile si impossessa di me, facendomi sbattere la mano sulla superficie piena di disegni, scritte e graffi.

Ha la guancia violacea, infastidita sposta la mano e scrive qualcosa sul diario.
Lo guardo meglio e invece disegna.

"Ti ha dato uno schiaffo?"
Domando disgustata, è un pazzo.

Giuro che appena lo vedo lo riempio di schiaffi.

"È stato un errore.
Voleva darmi una pacca sulla spalla, come una stupida mi sono girata e mi ha beccato in viso"
Continua a mentire, intravedo i suoi occhi rossi, deve averle fatto male sentirsi così umiliata.

"È vero!
Solo che mi ha preso in giro dopo"
Racconta, forse è andata veramente così.

Ma continuo a non fidarmi.

"Anche io poi ti devo raccontare delle cose"
Così riuscirò a stare serena.
Devo pur finire ciò che ho iniziato.

"Tipo?"
Tira su il viso sorridendo.

"Tipo che sono fidanzata"
Continuiamo a parlare a bassa voce.

Si tira su col busto, tappa la bocca, gli occhi le brillano.

Io poggio il dito sulle labbra e la riporto col busto giù.

Sorride e batte i piedi per terra eccitata.

"Come si chiama?
Quanti anni ha?
È bello?"
Ritorna la solita chiacchierona.

Alzo gli occhi al cielo, ma sai mi era mancato tutto questo.

"Si chiama Nicolas.
Ha diciannove anni, tra poco ne farà venti.
Ti va di conoscerlo?"
Le domando e mi sento orgogliosa di me stessa quando la vedo annuire come una bambina.

"All'uscita mi viene a prendere lui.
Puoi venire con me"

Annuisce ancora battendo le mani e sistemando i capelli.

"Guarda che lui è mio!"
Scherzo e ridiamo, la campanella è suonata e il prof se né andato.

"Lo so, ma voglio farti fare bella figura.
Non puoi avere amiche sgorbie!"
Muove il dito come a rimproverarmi.

Col telefono vede la guancia.

"Mmh, chiedo a Rebecca se ha del fondotinta o qualcosa per coprirlo"
Si riferisce al livido e se ne va.

Sono stanca, chiudo gli occhi assopita e appoggio la testa su un libro.

"Fede!"
Sento di nuovo quella voce fastidiosa di quel ragazzo.

Stavo riposando porca miseria!
Alzo la testa e li vedo abbracciati.

Sono carini, peccato per lui che l'ho conosciuto ed ho visto il suo carattere di merda.

Marco è anche un bel ragazzo, ma la cosa più importante è quello che ha dentro.

Passa un'ora tra urla, zaini che si lanciano all'altro, la mia compagna che continua ad immaginarsi il mio ragazzo.
Mancava la prof, avvolte la fortuna ti sorride.

Contagiata dalla mia compagna di banco, negli ultimi cinque minuti mi sistemo i capelli e metto le cose dentro lo zaino, così appena suona volo fuori scuola.

Così da stringerlo a me il prima possibile.

Spero che sia all'altezza delle tue aspettative!
Grazie!

Un amore impossibile. {IN REVISIONE}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora