Capitolo 99

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INGRID'S POV.

Sono nel divano del piano inferiore, accarezzo la mia pancia che cresce sempre di più.

Penso al suo aspetto, come potrà essere, assomiglierà a me oppure al padre?
Penso al suo carattere... una cosa che insegnerò a mio figlio fino alla fine è il rispetto, tra le persone e la maturità di prendersi le proprie responsabilità.
Non voglio che diventi come il mio ex.

Non voglio che nessuno lo odi come io faccio con quello.
Anche se ogni tanto mi manca, sento qualche volta il cuore battere all'impazzata, i nostri ricordi un po' alla rinfusa, sento che ancora qualcosa c'è.

Ma alla fine che mi aspettavo, porto in grembo nostro figlio, mi sono concessa a lui.
Il mio sentimento non può svanire così dal nulla, ma non voglio neanche che esista.

Se vorrà vedere il bambino per me andrà più che bene, anzi deve chiedermelo.
Ma tutto il male che mi ha fatto, non glielo potrò mai perdonare.

Lui non sa quanto sono stata male, per fortuna il karma gira, prima il dolore ed ora la gioia più bella di tutte, la vita che cresce in me, mio figlio.

Sento le lacrime farsi strada, ma le caccio via, non mi piace più piangere.

"La mamma ti vuole tanto bene sai, ed anche papà, solo che lui non può essere qui perché dei mostri cattivi glielo impediscono.
Ma vedrai che io, te e lo zio Nicolas staremo bene insieme.
E sai, spero che tu conosca anche la fidanzata dello zio, Giulia, è molto brava ed è l'unica amica della mamma.
Non vedo l'ora di stringerti a me"
Sorrido al mio bambino, con lo sguardo elimino le barriere che ci dividono, la placenta e immagino tutti i legami finisci e non che ci uniscono.

Il mio cellulare vibra.
Sbuffo a questa sua chiamata, ma sono anche incerta di cosa vuole e di me stessa.
Non so se riuscirò a tenergli testa.

"Che vuoi?"
Parlo in Norvegese, non voglio dimenticare la mia lingua.
Rispondo già con tono freddo e scocciato.

"Volevo sapere come stavi e come sta il bambino"
Sento la sua voce molto debole, deve essere un po' triste o come si dice qui, sciupato.

Non mi devo far intimorire, tieni duro.

Mi incoraggio.

"Stiamo bene, tranquillo.
Ora mi lasci in pace?"
Ripenso a tutte le lacrime versate per colpa sua, anche a quando stavo per odiare il bambino, sono stata una stupida.

"Ti prego Ingrid, tesoro ascoltami"
Prova a fermarmi.

Tesoro?!
Mi fa schifo, per me è morto tanto tempo fa, il nostro "noi" è svanito quando ha rifiutato la mia gravidanza.

"No!
Non chiamarmi tesoro!
Non né hai più il diritto, tu non sei più niente per me.
Ti ho detto già che se tu vorrai vedere il bambino mi sta bene, ma prova anche solo a parlarmi"
Inizio ad innervosirmi,delle fitte mi fermano e mi fanno gemere dal dolore.

Sono costretta a piegarmi in due.

"Ingrid?!
Ingrid!"
Lo sento urlare preoccupato.

Forse a noi ci tiene...
No!
È tutta una presa in giro.

Faccio dei respiri profondi, lo ignoro e riesco a calmarmi.

Penso subito al bambino se stia bene, domani andrò dalla ginecologia.
Non voglio sentirmi più dire che potrebbe esserci il risucchio di un aborto.
Lui è tutto ciò che ho, ciò a cui tengo di più.

Non me lo perdonerei mai.

"Sto bene Finn, è normale"
Gli dico una bugia solo per tenerlo a bada.

Lo sento sospirare.

"Ingrid io voglio venire a trovarti"
Afferma con voce tremante.

Vorrei dirgli di no con tutta me stessa, ma non posso, ora devo pensare al bene del bambino che al mio.

"Va bene.
Quando vuoi"
Ci salutiamo e chiudo la chiamata.

Ho paura per quello che mi aspetterà.
Spero solo che mi stia lontano.

Però gli chiederò delle spiegazioni, ci credo ben poco al suo pentimento delle ultime ore.

Lo conosco troppo bene.

Sarà meglio avvisare Nicolas.
Mi alzo con ancora dei dolori e con delicatezza e cura salgo le scale che portano al piano di sopra.

Spero vi piaccia!
Domani ancora compiti!

Notte Fede!

Un amore impossibile. {IN REVISIONE}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora