Capitolo 67

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Arrivati a casa dei due, Ingrid volevo per forza portare qualcosa, io e Nicolas cercammo a convincerla, ma niente da fare.

Arresi, le diamo un piccolo zainetto e farla andare avanti.

Sbuffiamo quando si allontana, per non farci sentire.
Prendendo tutto ciò che vedo, sono completamente carica di borsoni, quanto pesano!
Ma maschero il tutto con un sorriso, anche se dentro sentivo quasi le fibre muscolari spezzarsi.

"Dammi qualcosa!"
Mi ammonisce il ragazzo gessato.

Per evitarlo, mi scanso, iniziando a camminare veloce.
Entro prima di lui, con Ingrid che sistema le cose, all'interno dello zaino.

Butto per terra i borsoni, massaggiandomi le spalle indolensite.
Mi avvicino a Ingrid e le do una mano a mettere le cose al proprio posto.

In tutto quel avanti e indietro quasi mi dimentico di Nicolas.

Lo vedo prendere un borsone e salire per le scale.
Non voglio dargli fastidio con questa mia pressione, da farlo sentire quasi handicappato, ma vorrei stesse a riposo.

Penso a qualche scusa e salgo velocemente le scale.

"Scusami"
Delicatamente prendo il borsone e lo metto in camera sua, tiro fuori le cose e faccio finta di sapere dove si devono mettere, in realtà non so assolutamente niente!

"Em...questo va nel cassetto di là"
Borbotto con me stessa, sotto lo sguardo attento del mio ragazzo.

Inizio a sudare freddo, accidenti a lui!
Lo fa per mettermi in imbarazzo!
Se lo sa perché deve sentirselo dire che era una scusa!

Non lo sopporto!

"Va dentro l'armadio quella"
Ghigna, fermandomi.

Chiudo gli occhi, strizzandoli dal nervoso.
Lo fa apposta!

Sbuffo, in silenzio e mi giro.
Poso la maglietta sulla scrivania.

Continua a guardarmi, in quei modi da superiore.

Ignorarlo!
Ignorarlo!

Perché mi deve stuzzicare?!

"Non lo so, va bene!"
Dico frustrata, di colpo in bianco, ripiegando tutte le magliette che erano nel borsone.

"O non c'era bisogno che me lo dicevi, già lo sapevo!"
Sorride soddisfatto, sedendosi ai piedi del letto.

"Aspettavi per dirmi 'te l'avevo detto!' "
Sciommiotto quel termine in modo infantile.
Dandogli le spalle.

"Diciamo di si"
Risponde.

Respira profondamente e poi un tonfo, un rumore sordo, sento il suo corpo che si strofina sulle coperte.

E poi un gemito di dolore.

Sussulto, senza farlo notare.
Ogni suo gemito, fastidio, il suo dolore è un colpo al cuore per me.

"Perché non ti riposi un attimo?
Mettiti qui"
Volto il viso e batte la mani accanto a lui.

Sorrido e mi butto sul letto, accucciandomi su di lui, senza fargli male, mi metto nel lato....come dire....non infortunato.

"Qualcosa non va?"
Chiede.

"Ovvio!
Sei un bugiardo!"
Piagnucolo, sul suo petto.

"L'amore mio piange!"
Mi prende in giro.

Che fastidio!
Ma...non tanto.

Coccolata, dopo tanto.

"Dai...sono seria!"
Lo ammonisco, mascherando quanto sia contenta di come mi faccia star bene.

"Anche io!"

Dice prima di unire le nostre labbra.
Dio!
Quelle labbra tanto desiderate!
Così delicate, leggermente screpolate, ma poco importa, mi piacciono pure così.

Continuiamo a baciarci, solo per prendere fiato ci fermiamo e ci abbracciamo.

Un amore impossibile. {IN REVISIONE}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora