Capitolo 73

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Corro fuori come non mai.

Arrivo a scuola col fiatone, ma senza perdere tempo corro in classe e spero di trovare Lorenzo, come al solito.

Invece no!
Perché proprio oggi?
Me lo fa apposta!
Ho i nervi a pezzi, ho dormito male, il cervello mi sta esplodendo, i polmoni bruciano, le gambe fanno male e lui non si fa trovare?!

E no, hai sbagliato ragazza!

Grugnisco, so che è poco femminile, ma sono arrabbiata e quando mi arrabbio, divento una bestia.

Lancio lo zaino sul mio banco, esco fuori dalla classe e rimango davanti all'entrata della scuola.
Aspetto qualche minuto, continuo ad aspettare, ma niente!

La campanella suona e i cancelli vengono chiusi.

"Dove sei!"
Urlo frustrata, qualcuno si gira verso di me, sai che mi importa.

Non si dicono le bugie!

Si è vero, mi sto vergognando da morire, ma adesso poco importa.

Entro a scuola e controllo dal piano terra fino al terzo piano, ma di Lorenzo neanche l'ombra!

Mi fa imbestialire, prima fa tutto il misterioso e poi non si va vedere.

Poggio i gomiti sul cornicione della finestra, le mani tengono le fronte.

Sbuffo e sbuffo.

Alzo il viso, oramai frustrata e decido di andarmene.

Peccato per lui che lo vedo dalla finestra.
Beccato.

Lo vedo agitare leggermente la testa con le cuffiette nelle orecchie.
Sbatto le mani sulla superficie fredda e sussulto un si.

Riprendo la mia corsa e in poco tempo arrivo a destinazione.

Mi avvicino al ragazzo che non mi ha notata, ho il respiro pesante, questo fiatone del cavolo!

"Ei!"
Urlo tirando la cuffiette destra.
La sua testa scatta verso di me e alza le sopracciglia, insieme a un cenno.

Questo non vuole arrivare a maggiore età.

"Ma buongiorno anche a te"
Parla, inutilmente.

Voglio solo sapere cosa deve dirmi.

"Non sono qui per il bacio del buongiorno.
Dimmi quello che mi devi dire e poi me ne torno in classe"
Arrivo dritto al punto, fermando qualsiasi cosa volesse dirmi.

"Scontrosa la ragazza.
Però se preferisci così.
Dai siediti"
È seduto su un cornicione.

"Ma... la lezione"
Farfuglio sentendomi a disagio.

"Non mi dire che hai paura di un ritardo"
Ridacchia prendendosi beffa di me.

"No!"
Mento, così salto e mi faccio anche male, ma non lo do a vedere.

"Bene, perché forse un'ora non ci basta"
Continua, mi sento male!

Respiro piano, silenziosamente e controllando la mia paura che mi sta rovinando la giornata.

Un amore impossibile. {IN REVISIONE}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora