Yoongi si alzò di scatto, non credeva a ciò che aveva detto quella donna, o semplicemente non voleva crederci.
<<Non dire cavolate>> disse con disprezzo guardando negli occhi la donna, aveva ancora quello sguardo vuoto.
La odiava.
<<Non stò dicendo cavolate, se vuoi puoi andarlo anche a vedere, tra qualche ora lo porteranno via>> disse per poi uscire dalla stanza.
Di colpo il ragazzo staccò il macchinario dell'elettrocardiogramma e si alzò, il pavimento era gelido quasi quanto la neve, ma non gli importava, staccò le ventose dei macchinari che si tenevano al suo corpo e si riabbottonò la camicia.
Si aspettava che suonasse qualche allarme come nei film che aveva visto in passato con Jimin, ma per fortuna tutto ciò non avvenne.
Camminò verso la porta ed uscì, certo di star bene, sicuro che nessuna persona avrebbe interrotto il suo cammino.
Non voleva credere che il ragazzo fosse morto, ma una morsa al cuore lo tormentava e iniziava a sentire crampi allo stomaco.
Ma nonostante tutto continuava a camminare.
Pian piano iniziava a riacquistare la vista e per ciò ne era grato.
Così avrebbe visto di nuovo il suo Chim Chim.
Notò che una ragazza lo prese per il polso, era pallida e gelida, aveva i capelli biondi che gli ricadevano sulle spalle formando una specie di intrecci che gli ricordavano delle molle.
Sembrava proprio... Un angelo.
<<Stanza trentuno>> disse all'improvviso la ragazza, le lacrime gli attraversavano il volto, ma un piccolo sorriso si formò sul suo volto.
Poi riiniziò a camminare, svanendo tra i corridoi.
Yoongi scosse la testa, certo che stesse sognando.
Certo che tutto ciò fosse solo un sogno da cui voleva solo che svegliarsi.
Riprese a camminare velocemente, i suoi passi erano l'unica cosa udibile al momento.
In quei lunghi corridoi non c'era anima viva.
Poi si guardò attorno, fu lì che vide la stanza trentuno.