<<Ti è andato il cervello in pappa?>> domandò una voce, Jimin.
<<Chiedile scusa!>> urlò, facendolo voltare.
La ragazza ancora lacrimante lo guardava inginocchiata.
Il cuore gli si ruppe in mille pezzi a vederla in quello stato, ma non lo diede a vedere.
Si doveva mostrare forte ai loro occhi.
Perchè lui poteva farcela da solo.
<<Scusa.. Adesso ti basta?>> domandò, non riusciva a capire perchè si comportava così, al momento lo sentiva come un istinto, un obbligo a cui non avrebbe potuto scappare.
Jimin lo lasciò, guardandolo strano, forse perchè il minore ormai lo conosceva come era realmente, dolce come lo zucchero.
Un caffè amaro che si addolcisce subito con una o due zollette di quel dado bianco puro.
Il silenzio iniziò a dominare la stanza, come una piccola musica che si ripeteva durante la vita di Yoongi.
Forse il silenzio era l'unica cosa che gli rendeva possibile suonare senza bloccarsi, pensare senza distrarsi e concentrarsi senza alcuna preoccupazione.
Eppure in quel momento non era così, tutto era cambiato.
Come le foglie di un albero durante le stagioni, quelle foglie che da un verde smeraldo riescono ad arrivare ad un colore caldo come il rosso l'arancione o il giallo.
Poi cadono, le stagioni passano i fiori crescono e tutto ricomincia ancora, ma questa volta non sono le foglie a cambiare, ma i fiori che crescono lungo la strada.
Il maggiore non si accorse che ormai Mitsuki si era alzata, era ancora offesa e lo sentiva.
<<Io allora..Vado a casa>> sussurrò, svanendo via come una piccola folata di vento, una di quelle che porta l'odore di fiori che ti piace tanto, ma svanisce tutto lasciandoti insoddisfatto di aver perso quell'odore tanto delicato e pulito.
Jimin le sorrise, poi la salutò, la ragazza aspettò un pò come se attendesse un saluto anche da parte di Yoongi.
Ma il maggiore la ignorò.
Forse era veramente un fantasma anche per lui.