<<Aish.. Questa poesia non mi piace molto>> disse sempre la stessa voce, che si rendeva sempre più riconoscibile.
<<Hoseok>> sussurrò Yoongi, già, forse era lui.
Si sporse leggermente, poggiando la mano sul forte ramo di quell'albero che sembrava tenerlo per non farlo cadere.
Già, era proprio Hoseok.
La sua chioma bionda era inconfondibile tra quei fiori e tra quel prato che sembrava stesse rinascendo.
L'erba stava diventando verde smeraldo, l'ombra sembrava esser fuggita e le piante sembravano ballare alla dolce musica creata dal vento.
E forse Hoseok era poesia in tutta quella melodia.
Quei papaveri sarebbero stati bene tra i suoi capelli, una corona di fiori per rappresentare ciò che lui era per Yoongi.
Un principe.
Ma non uno di quei principi che vogliono vivere la loro vita nel proprio palazzo, con gioielli sfarzosi musiche e quadri di cui neanche conoscono il nome.
Lui era un principe nato da una favola e portato nella realtà.
Forse per far sognare le persone.
Proprio come stava facendo Yoongi in quel momento.
I suoi occhi brillavano e si perdeva in un mondo che non avrebbe mai voluto lasciare, il suo cuore batteva e sentiva a primavera ancora di più.
Ma non la sentiva come una stagione, la percepiva come una musica, come un'arte e come una poesia.
Quando vedeva Hoseok lui era certo di sentire La primavera di Vivaldi e di vedere La Primavera di Botticelli.
In quel piccolo sentimento si perdeva sempre di più, ne voleva manifestare gli eventi in ogni sua singola forma.
Alla fine si accorse che stava fissando il minore che, in preda ad un attacco di nervosismo imprecava contro il povero foglio che si era stropicciato.
Il maggiore avanzò di un passo, per vedere meglio quel ragazzo che sembrava piacergli sempre di più.
Il legno scricchiolò, facendo girare Hoseok spaventato.
Poi si udirono altri passi.