C a p i t o l o 14.

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Sentì il mondo crollargli addosso, tornare alla realtà dopo un sogno non era mai stato così scioccante.
Fu come ricevere una secchiata d'acqua gelida.
Era lì, in piedi, davanti a suo padre con gli occhi gonfi per le lacrime e le labbra strette per la rabbia. Il telefono in mano, le scarpe ancora indosso, sporche di terra più del solito. Capì immediatamente che l'aveva cercato ovunque.
Cercava di osservarlo per intuire il suo dolore, per cercare di capire quanto avesse sofferto in quelle ore.
Non aveva il coraggio di aprire bocca.
Fece qualche passo lento, andandogli incontro, sperando in un'apertura di suo padre. Quando gli fu vicino, aprì le braccia per cercare un contatto, ma  gli furono immediatamente bloccati i polsi dalle mani forti di Noah.
Erano talmente vicini che sentì i suoi denti tremare.
"T-tu, te ne vai via, tutta notte. Non torni al mattino, arrivi a quest'ora e hai il coraggio di sperare che io possa provare felicità in un tuo abbraccio?!"
Stiles non capiva niente, era annebbiato. Non distingueva più in lui la rabbia dal dolore.
"No ma dico, ma hai una vaga idea di come cazzo sia stato nel non sentirti tornare a casa, nel non trovarti a letto, nel non riuscire a contattarti al telefono? Hai una vaga idea di come sia stato, di come sia provare le stesse emozioni di quella notte i-i n cui
p-persi, in cui persi mia moglie?". Non disse tua madre, e nemmeno disse Claudia. Disse mia moglie:  dopo quella notte infernale non aveva occhi per Stiles al momento. Aveva pensato a lui tutta la sacro santa notte, ora vedeva solo se stesso. "Hai una vaga idea di cosa cazzo abbia passato?"
A quelle parole urlate e piante al tempo stesso, rabbrividì. Come aveva potuto non pensarci? Come aveva potuto fargli provare quell'inferno, per la seconda volta? Si faceva schifo, e ogni ricordo bello di quella notte, di Derek e dei suoi occhi, fu improvvisamente privo di senso.
"Dio, Stiles, dove cazzo eri? Dimmelo immediatamente". Imprecò per la rabbia.
Non sapeva come comportarsi, cosa dire, se inventarsi una giustificazione su due piedi o dire come fossero state davvero le cose quella notte. Ma Stiles sapeva la ripugnanza nascosta che suo padre aveva nei suoi confronti ogni volta che usciva con un ragazzo, lo sguardo deluso che cercava di mascherare. Non voleva ferirlo, ma lo faceva puntualmente ogni volta.
Decise, tuttavia, di dire la verità.
"Ho conosciuto una persona e mi ha ospitato a dormire a casa sua", farfugliò, come se avesse voluto rimangiarsi immediatamente ciò che avesse appena detto.
"Tu hai fatto c-cosa?"

"Il Coraggio Di Amare", di Stiles Stilinski #Wattys2017Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora