C a p i t o l o 71.

1.4K 131 4
                                    

Suo padre lo guardava intensamente, cercando di capire cosa stesse pensando il figlio. Avrebbe voluto essere nella sua testa, sapere cosa stesse pensando Stiles in quell'esatto momento. Avrebbe voluto tornare indietro di qualche istante per non commettere quel gesto, riavvolgere il nastro della pellicola e ripetere la scema. In una frazione di secondo chiuse gli occhi, staccò i piedi da terra e si preparò. A cosa, ti chiederai. A ricordare, ti risponderò. Vide davanti a sé l'immagine sfocata e impalpabile di sua moglie con il piccolo in braccio, alto poco più di mezzo metro. Lo stringeva forte a sè, per poi farlo volare, tenendolo per le mani e ruotando su sé stessa. Lui stava fotografando quella scena da dietro l'obbiettivo, chiedendo a Claudia di sorridere e a Stiles di stare fermo. Ma nessuno dei due lo ascoltò, apparendo così mossi e ribelli sulla pellicola, su quella pellicola. Segnata per sempre, segnata da uno dei ricordi più belli che avesse. Era esattamente quella la fotografia che sia Noah che Stiles preferivano: bella, spontanea, semplice. Come la loro famiglia, come la loro vita, come lo era Lei. Era esattamente quella la fotografia che aveva visto Derek, quella sera, l'attimo prima della fine e dell'inizio di tutto.
Noah allungò leggermente la mano, cercando di sfiorare il viso di Claudia, invano. Tornò alla realtà, che da un anno non gli apparteneva più come una volta, e guardò suo figlio. Era aggrappato a lui, con gli occhi serrati per lo sforzo che stava facendo nell'abbracciarlo il più possibile. Era fortunato ad averlo, non avrebbe potuto chiedere di meglio.
Nel giro di qualche minuto, Stiles ottenne da suo padre il permesso di far entrare Derek in casa. Non dovette nemmeno pregarlo, non dovette nemmeno convincerlo. Semplicemente disse di sì, come se fosse la cosa più naturale del mondo. Era ancora scosso da ciò che era appena accaduto, ma nonostante ciò, sorrise al figlio, al suo unico figlio.
Gli sorrise, cercando di trasmettergli tutto il suo dispiacere. Stiles, non appena ricevette quel segnale, camminò all'indietro, prima piano poi veloce. Spalancò la porta e si precipitò fuori, per poi richiuderla alle sue spalle. Percorse quei pochi metri che li dividevano, fiondandosi sulla macchina, impaziente di rivedere quel ragazzo e di dargli la notizia.
"Derek!", esclamò non appena entrò in macchina.
"Stiles! Dio mio, mi hai spaventato!", sobbalzò sul sedile.
"Tu ora verrai con me", disse soddisfatto. Gli aveva promesso una cosa e la stava mantenendo.
"P-posso venire? Sei sicuro che lo voglia davvero"
Stiles non gli rispose e uscì dall'auto. Qualche istante dopo, Derek sentì la sua portiera aprirsi dall'esterno. Era lì, lo stava aspettando. Il viso disteso, gli occhi color nocciola brillavano alle prime luci del tramonto. Non avrebbe mai potuto dirgli di no.
"Deduco che sia un sì, quindi"
"Deduci bene. Ora andiamo", lo prese per un polso, trascinandolo fuori verso di sé. Derek si trovò a pochi centimetri da lui, bocca contro bocca, e decise che lì, in quel momento, gli avrebbe dato l'ultimo bacio per quella sera. Lo strinse forte a sè, per poi farlo suo, mordendo quelle labbra morbide e facendo perdere la ragione a Stiles, che si lasciò baciare. Stava perdendo la capacità di reagire, di respirare.
"D-derek, dio mio"
Vedendo l'effetto che stava avendo il suo gesto sull'altro, lo lasciò andare. Non era quello il momento di creare emozioni nel corpo di Stiles, non quando avrebbero dovuto presentarsi davanti a Noah di lì a pochi secondi. Arrivarono davanti all'entrata.
"Sei perfetto, non dimenticarlo mai"
"Tu ricordamelo ogni giorno, così sarai certo che lo saprò sempre"
Aprirono e furono dentro casa.

"Il Coraggio Di Amare", di Stiles Stilinski #Wattys2017Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora