C a p i t o l o 52.

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Camminava per strada, le mani nelle tasche della felpa rossa, la sua solita felpa rossa. Camminava senza tanto pensare e allo stesso tempo stava pensando a tutto. Un passo dopo l'altro, un respiro dopo l'altro. Ripercorse la stessa strada che l'aveva condotto da Derek la sera in cui si erano conosciuti. Non seppe nemmeno lui dire se stesse cercando di incontrarlo oppure no.
Ma tu, si, proprio tu. Tu sai la risposta.
Più lo scacciava dalla mente, più Derek ci ritornava: inaspettatamente, improvvisamente, senza chiedere nessun permesso, come la volta in cui lo baciò. Fu un bacio vero, un bacio che avrebbe voluto rivivere ogni secondo.
"Posso farti una domanda?"
"Si, certo"
"Ho voglia di baciarti"
"Questa non è una domanda"
"E io non voglio una risposta"
Si avvicinò lentamente, spostando il corpo in avanti in modo da raggiungere il suo viso. Teneva lo sguardo fisso nei suoi occhi, per poi spostarlo alla labbra, labbra che avrebbe baciato.
"Derek..."
"Non dire nulla, ti prego."
"Non vuoi sapere la risposta alla tua non domanda?"
"Si, giusto, hai ragione"
Ricordava tutto, ogni loro singola parola, ogni singola parola sussurrata da quella voce. Scacciò momentaneamente quei pensieri.
Camminava lentamente, le mani nelle tasche, lo sguardo rivolto verso il basso. Passò sul ponte del ruscello, si appoggiò al muretto e rimase lì, immobile. Scrutava l'acqua nera, la luna specchiarsi sotto di lui.
Lei era bella, bella da rimanere col fiato sospeso. Bianca, limpida, imponente e delicata al tempo stesso.
Sentì dei passi farsi sempre più vicini, dei passi piccoli e frettolosi.
Senza che potè rendersene conto, due braccia lo strinsero all'altezza del bacino.
"Stiles!", esclamò la piccola, tenendolo stretto a sè.
"Claudia! Che bello vederti, principessa! Cosa ci fai qui?"
"Sto facendo una passeggiata con Dede, lui è troppo lento e così appena ti ho visto, beh, sono corsa da te"
"Lui dov'è?"
"Adesso lo vado a recuperare"
"N-no, Claudia, tranquilla"
"Ma non vieni da noi da una vita, gli manchi un sacco sai?"
Quelle parole, dette con una tale dolcezza, gli perforarono l'anima.
"N-no, non lo sapevo..."
"Con tutte le volte che è venuto a trovarti, come fai a non sapere che gli manchi?"
"Non è mai venuto, piccola", ammise deluso, gli occhi bassi per nascondere la lacrima che sarebbe caduta di lì a poco.
"Tu hai decisamente bevuto troppo latte al cioccolato: è venuto ogni notte a controllare se dormivi sereno, qualche sera sono persino venuta con lui"
"I-io, io non lo sapevo"
"Mi sa che ci sono tante cose che non sai, Sti.."
"Stiles"
Quella voce, quella voce che non sentiva da tempo. Quella voce, la sua preferita, l'unica da cui avrebbe voluto sentirsi dire di essere amato.
Non sapeva cosa dire, cosa fare, come farlo. Non sapeva se parlargli o scappare, dargli la possibilità di avvicinarsi o allontanarsi il prima che potesse. Non sapeva se amarlo o dimenticarlo, nonostante fosse completamente consapevole del fatto che la seconda fosse impossibile da realizzare. Non avrebbe mai potuto dimenticarlo, nemmeno con tutta la forza del mondo: non si dimentica chi ti salva.
Era lì, davanti a lui, una mano sulla spalla della nipote che guardava prima uno e poi l'altro, in attesa che uno dei due parlasse. Un grande sorriso sul suo volto illuminato dalla Luna, i suoi occhi castani sembravano aver indossato lenti dorate, così come dorati erano i suoi capelli.
"Come stai?", iniziò Derek, rompendo il ghiaccio. Era un ghiaccio impalpabile, a cui non erano abituati: nessuna barriera si era mai interposta fra di loro, nessun filtro aveva mai bloccato le loro personalità nell'atto di incontrarsi.
"S-sto bene, grazie", boccheggiò senza voce.
"Dede", interruppe Claudia, "secondo me c'è qualcosa che devi dirgli: Stiles stasera si sente poco bene, sai?", sussurrò scherzosamente, con l'ingenuità di una bambina, la spensieratezza della sua età. Un'età priva di dolore, priva di passato in cui aver sbagliato.
"Piccola, ascoltami. Ti porto a casa da zio Peter, okay?"
"Non c'è bisogno, Derek, non abbiamo nulla da dirci", interruppe Stiles.
"So che non è così, lo sappiamo entrambi"
"No, io non lo so, non so più nulla. Ci vediamo, principessa", concluse accarezzandole la guancia, per poi andarsene, con il cuore in gola, gli occhi pronti a scoppiare.
"Anima vecchia,
le tue ferite lo mostrano
So che non ti sei mai sentito così giù
Ma resisti, alza la testa, sii forte"
Stiles quella notte resistette, resistette dal piangere davanti a lui. Scoppiò a casa, tra le sue lenzuola, le stesse lenzuola in cui dormì con Derek quella sera. Scoppiò, pugnalato dai dubbi, invaso dalla rabbia e guidato dalla mancanza che sentiva nei confronti di quel ragazzo.
Si addormentò, il viso rigato dalle lacrime.
Anche Derek si addormentò, il viso rigato dalle lacrime, i sensi di colpa avevano preso il posto dei sogni.
"Buonanotte, piccolo", sussurrò, prima di chiudere gli occhi, sigillati: solo così avrebbe potuto vederlo sorridere, dimenticando la realtà per entrare in un'altra dimensione.

"Il Coraggio Di Amare", di Stiles Stilinski #Wattys2017Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora