C a p i t o l o 83.

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Trascorsero quell'ora ad amarsi, facendo accelerare i loro battuti cardici, contraendo i muscoli per poi rilassarli.
Trascorsero quell'ora a baciarsi, baciarsi ovunque, stringendosi e diventando una cosa. Il calore dell'acqua li aveva resi deboli, stanchi, ma continuarono fin quando ebbero fiato. Derek, che in quel momento sentì di essere al limite, si abbandonò, appoggiandosi alla parete. Stiles lo raggiunse, appoggiandosi al suo petto, sfiorandoglielo con le dita. Fu un tocco impalpabile, stanco, intenso.
"S-Stiles" chiese senza voce, senza fiato e senza forze.
"D-Dimmi"
"Ti amo". Trovò la voce, il fiato e le forze per dire quelle due semplici parole, parole che accarezzarono il cuore di entrambi.
Stiles si alzò leggermente sulla punta dei piedi per baciarlo, assaporando quella bocca, bocca che, con quelle parole, lo fece sentire vivo.
Derek si staccò leggermente dalla parete, portando con sé anche Stiles.
"Vieni, piccolo"
Aprì le porte della doccia, lo prese per il polso e lo trascinò fuori con sé.
Prese un asciugamano e iniziò a strofinarglielo delicatamente su tutto il corpo, tamponandogli i capelli fradici. Si misero davanti allo specchio, e per un attimo si bloccarono alla vista dei loro corpi nudi, alla vista di quella condizione, al ricordo di cosa fosse appena accaduto.
"Guardati", disse dolcemente Derek, abbracciandolo da dietro.
"Guarda quanto sei bello", aggiunse. Stiles fece un largo sorriso. Non era imbarazzato, nè si era pentito minimamente di quello che avessero appena fatto. Era stato fantastico, Derek lo era. Prima ancora che potesse dire qualcosa per replicare, lo prese in braccio. Stiles, colto di sopresa, strinse le gambe attorno ai fianchi di Derek, per poi appoggiare le mani sul suo viso. I loro corpi nudi, caldi, forti e fragili al tempo stesso, si incastrarono alla perfezione. Lo portò in sala, adagiandolo sul divano, fermandosi un attimo a contemplare quella bellezza. Non si sarebbe mai reso conto completamente di quanto fosse bello. I capelli ancora umidi, il corpo stanco, perfetto. Gli occhi pieni di piacere, i muscoli ancora tesi.
Prese una coperta lì vicino e la stese su quel ragazzo, sul suo ragazzo.
"Ti va qualcosa da bere?"
"Da mangiare, a dire il vero", disse con aria infantile.
"Come ho fatto a non capirlo subito", scherzò Derek.
Andò in cucina, prese una pizza surgelata e la mise nel forno, aspettando che cuocesse.
"Derek!", lo chiamò dall'altra stanza.
"Si?", esclamò per farsi sentire.
"Niente, volevo dirti che mi manchi"
"Sono nell'altra stanza, Stiles"
"Mi manchi ugualmente"
Sorrise, incredulo che quel ragazzo, tanto bello quanto perfetto, fosse suo. Aspettò qualche minuto, durante i quali mille pensieri gli vennero in mente.
Il loro primo incontro, la loro prima notte insieme. Le risate, gli sguardi.
Si dice che quando ci si accorge di avere tra le mani qualcosa di prezioso, non si faccia che ripensare a tutti i tasselli che hanno portato a quel diamante, che hanno portato a far sì che capitasse proprio in queste mani. E Derek non pensava ad altro che a questo.
"Grazie, Claudia", sussurrò tra sé e sé. Era lei che gli aveva salvato la vita, impedendogli di togliersela.
Era lei che gli aveva salvato la vita, una seconda volta, donandogli Stiles.
Tornò in sala reggendo la pizza sul piatto. Non fece in tempo a parlare che si accorse che si era addormentato, proprio come la prima volta che avevano dormito insieme. Appoggiò il piatto sul tavolo e si avvicinò delicatamente a lui. Sistemò la coperta e si mise al suo fianco, lasciando che riposasse, lasciando che si facesse amare.
"Un giorno vivremo insieme, Stiles, te lo prometto", disse più a sè stesso che a lui.
E con quel desiderio, espresso e lasciato vibrare nell'aria, gli fece compagnia in quella terza dimensione che sono i sogni.

"Il Coraggio Di Amare", di Stiles Stilinski #Wattys2017Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora