C a p i t o l o 54.

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Procedeva veloce, cercando di svuotare i pensieri, lasciarli cadere a terra per poi non raccoglierli più. Aveva bisogno di vedere Derek, bisogno di sapere quanto tenesse a lui, quanto era disposto a fare, a essere. Voleva sapere se davvero era venuto da lui così tante volte, se davvero l'aveva cercato, se davvero non si era ancora arreso e se mai lo avrebbe fatto.
Derek procedeva lento, immerso nella sua mente, cercando di formulare un discorso che avesse potuto reggere, reggere al blocco completo che avrebbe avuto non appena i suoi occhi si sarebbero allacciati a quelli di Stiles.
"Volevo dirti che so di averti rovinato la cita, ma ho bisogno di te, più di qualsiasi altra cosa". Forse non sarebbe stato male come inizio, ma come avrebbe continuato? Come avrebbe affrontato quel viso, quel viso che al solo pensiero lo incatenava, rendendolo impotente di ogni cosa?
Stiles iniziò a correre, voleva arrivare il prima possibile a casa sua. Non riusciva più ad aspettare. Un momento, lo stava facendo davvero? Si stava precipitando da lui? Questo cosa significava? Lo amava, ancora, nonostante tutto.
Derek rallentò il passo, per poi velocizzarlo non appena capì quale fosse l'unica cosa che andava detta. Si mise a correre, aveva bisogno di vederlo, aveva bisogno di lui, ogni passo sempre di più.
Stiles da una parte, Derek dall'altra.
Svoltarono una curva e si trovarono. Uno di fronte all'altro, i corpi che quasi si toccavano, i corpi che per poco non si erano scontrati.
Non riuscirono nemmeno a parlare. Con gli sguardi cercarono di dirsi che sì, si stavano cercando a vicenda. I loro occhi si incatenarono l'uno all'altro, come mai avevano fatto. Riempirono uno il vuoto dell'altro, colmarono uno la voragine dell'altro. Una voragine che solo un bacio avrebbe annullato.
Si erano mancati, mancati da morire, da vivere. Si erano mancati, sentiti a metà. Non avevano nemmeno avuto l'occasione di dirselo, e una mancanza non detta lacera il petto, squarciando il cuore. Fu allora che Derek gli si fiondò addosso, stringendolo nell'abbraccio più vero che Stiles avesse mai ricevuto. Le sue braccia si allacciarono al suo corpo, fragile come un cristallo, forte come un diamante. Stiles fece lo stesso, senza nemmeno rendersene conto. Appoggiò con forza la testa nell'incavo del suo petto, ascoltando il battito cardiaco, in quel momento a mille. Voleva che fosse suo, voleva possedere quel cuore, voleva essere suo, essere di Derek.
La seminota nera fu improvvisamente annientata, prevalse la nota bianca. Nessun ricordo negativo li avrebbe divisi in quel momento, nessun ostacolo li avrebbe fermati dall'amarsi. Se non per sempre, l'avrebbero fatto almeno per tutta la durata di quell'istante.
Fu come se nulla fosse successo. Sapevano entrambi che, una volta sciolto il contatto, sarebbero stati costretti ad affrontare il problema. Nonostante questo, vissero l'Adesso, volevano viverlo a pieno, respirando ogni centimetro del loro calore, dicendosi, semplicemente toccandosi, tutto quello che non si erano ancora detti.
Rimasero così tanto incatenati in quel legame che persero la condizione del tempo. La Luna illuminava i loro volti.
"S-stiles, vorrei accompagnarti a casa, tuo papà si starà preoccupando"
"V-va bene, andiamo"
E mentre Derek fece il primo passo in avanti, Stiles gli prese un polso, delicatamente.
"Il mio va bene era riferito a casa tua. È solo li che voglio che tu mi accompagni: da te".


"Il Coraggio Di Amare", di Stiles Stilinski #Wattys2017Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora