C a p i t o l o 6.

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"Vi lascio soli, ragazzi" disse il padre di Stiles, dando loro la possibilitá di trascorrere la seconda parte della serata. La passarono a guardare un film.
Ogni tanto gli occhi di Allison e Scott si incontravano, per poi respingersi imbarazzati. Stiles, in mezzo tra i due sul divano, si mise la mano davanti alla bocca per non rendere troppo esplicita la risata. Tra un gomitata e un "la vuoi piantare?" detto sottovoce all'amico, che dovette addirittura anadare in bagno per non scoppiare a ridere davanti a loro due, finì il film. Erano le undici e quaranta. Stiles, guardando l'ora, piombò indietro di un anno senza nemmeno accorgersene.
L'asfalto, le urla, il pianto.
Scacciò quell'immagine non prima di aver guardato verso il soffitto, sperando che sua madre lo stesso osservando. Chissà se sarebbe stata fiera di quello che era diventato.
Non era in fin dei conti cambiato molto, se non fosse per i pianti improvvisi e gli attacchi di panico sempre più ricorrenti. Lei gli mancava, gli mancava da morire, da vivere.
Fu quando Scott gli passò una mano fraterna tra i capelli che Stiles tornò alla realtà.
"Hey, tutto bene?"
"Tutto a posto, stavo solo pensando"
"Manca anche a me, sai? Era una donna meravigliosa". Scott capì esattamente cosa aveva turbato l'amico.
"Sono fiero di lei, si", rispose.
Allison appoggiò la testa sulla sua spalla, Stiles inclinò la sua per darle un bacio sulla fronte. Si conoscevano da diciannove anni, li legava un rapporto intenso e vero.
"Cinque minuti", disse entusiasta Scott.
"Ora sono quattro, McCall" gli sorrise Allison, andando a prendere in dispensa una piccola sorpresa.
"Esprimi un desiderio, Stiles". Torno di fronte a lui con un muffin al cioccolato, con sopra una candelina.
"3...2...1..." contò Scott, più felice che mai.
"Buon compleanno amico mio"
"Auguri piccolo Stilinski"
Entrambi lo strinsero in un abbraccio, uno dei più belli che avesse mai ricevuto. Si alzò in piedi per ricambiare meglio. In quel momento non poteva essere più felice. Si voltò e vide suo padre che lo fissava, con gli occhi lucidi ma un sorriso che li mascherava. Gli andò incontro e lo strinse. "Sono fiero di te, lo siamo".
Quelle parole penetrarono nel suo cuore, lasciandogli una ferita aperta.
Ma non bruciava, non creava dolore. Erano parole che, se dette al momento giusto e dalla persona giusta, lasciano un segno indelebile. "Lo siamo", gli ripeté. Si strinsero nuovamente.
Verso mezzanotte e mezza Scott e Allison salutarono il festeggiato, ringraziarono con un grande abbraccio per la cena e uscirono insieme.
"Fate i bravi"
"Stiles!", sbottò Scott.
"Un giorno mi ringrazierai"
Apparentemente Allison non sentì nulla della conversazione tra i due, forse era stato meglio così.
Li sentì parlare una volta fuori, e Stiles ne fu fiero.
Non avendo minimamente voglia di andare a letto, decise di fare un giro in città. Aveva bisogno di rimanere un po' solo, per pensare.
"Dove pensi di andare?"
"Papà ne ho bisogno, non ti preoccupare, davvero"
"Questa volta te lo concedo. Chiamami per qualunque necessità, promesso?
"Promesso, Sceriffo" sorrise.
Prese chiavi, telefono, ed uscì.


"Il Coraggio Di Amare", di Stiles Stilinski #Wattys2017Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora