C a p i t o l o 65.

1.5K 138 13
                                    

"Non fare il finto tonto, Derek Hale"
"I-Io non sto proprio facendo nulla"
"Magari non lo stai facendo ora, ma potresti aver, come posso dirtelo in modo implicito, fatto qualcosa stanotte". Lo guardava maliziosa, con il suo solito tono da io-so-tutto-non-dimenticarlo-.
"La tua teoria cade subito: come vedi, sono da solo", tentò di farle cambiare idea, invano.
"E come mai hai un pantalone addosso e uno lá per terra?"
Come aveva fatto a vederlo in così poco tempo? La sua velocità nel captare i segnali era davvero inquietante a volte.
"Q-questi sono per dormire, gli altri per uscire" si inventò la scusa più plausibile. "Cosa volevi dirmi quando sei venuta qui?", aggiunse, tagliando corto.
"Ho visionato il testo della canzone che hai scritto per Stiles, e trovo sia perfetto"
Non appena pronunciò quelle parole, Derek avrebbe voluto tapparle la bocca per paura che Stiles la potesse sentire, ma ormai il danno era stato fatto. Dovette mordersi  il labbro per non farglielo notare, dal momento che Lydia nè sapeva della presenza del ragazzo in casa, nè Derek gliel'avrebbe detto.
"Inoltre", continuò lei, "sono riuscita a trovare le note giuste per la chitarra, che accompagnerà il pianoforte, sempre che tu voglia anco...", si bloccò. Si mise a fissare un punto vicino al divano, analizzandone ogni millimetro.
"Mi stai anche cercando di convincere che hai talmente caldo la notte da strapparti i vestiti prima di dormire?", disse indicando tutto ciò che rimaneva della sua maglietta.
"Si è rotta", disse senza pensarci, fallendo completamente nel creare una versione che potesse reggere.
"Si è rotta?", Lydia alzò un sopracciglio.
"Proprio così", rispose tra il serio e l'imbarazzato.
"Interessante teoria. Peccato, dovrò dire a Stiles di stare più attento la prossima volta. Era cotone puro, vero? Un grande peccato averla strappata"
"Ti prego, dimmi che hai sparato a caso e che non sapessi davvero che si, si tratta di cotone"
"Strano che tu non abbia replicato sul fatto che abbia nominato Stiles, ma solo sulla stoffa della maglietta"
"Non hai risposto alla mia domanda"
"Nemmeno tu alla mia"
"Cosa mi hai chiesto?"
"DEREK!"
"E va bene, sì, è successo, contenta ora?"
Le si illuminarono gli occhi, iniziò a battere i piedi per terra dalla gioia e poi si fiondò addosso al suo corpo, abbracciandolo stretto.
"Sono così felice per te!"
"Lydia, non mi devo sposare"
"Si tratta di Stiles, Derek: mi hai fasciato la testa per un mese intero e non dovrei esultare?"
"Si, s-solo che forse non dovresti farlo così ad alta v-voce". Perfetto, si era incastrato da solo, nuovamente.
"Perché non dovrei?", chiese perplessa, le braccia ancora intorno al suo collo.
"Sai, i vicini"
"Tu non hai vicini, Derek"
"Il quartiere potrebbe sentire"
"Se intendi il ponte, la signora Richardson ultranovantenne e il suo gatto dal nome strampalato, si, caspita, sono dei pericolosissimi vicini, meglio non farci sentire"
"Grattastinchi", precisò Derek, cercando fino all'ultimo di cambiare discorso.
"Grattastinchi?"
"Si, beh, il gatto: si chiama Grattastinchi"
"Interessante, resta comunque un gatto, non credo che ne parlerà con i suoi amici al bar di questa conversazione, nel caso dovesse sentirla"
"Non mi piace quando fai così", disse esausto. Adorava il suo carattere ma non quando lui ne diventava il bersaglio.
"Io faccio sempre così"
"Ecco, appunto"
"C'è Stiles in casa, non è così?", chiese divertita.
"N-no, è sceso a prendere la colazione"
"Giù non c'era nessuno"
"Va bene, hai vinto tu", si arrese."Non si può nemmeno tentare di nasconderti qualcosa. È di lá in camera, si"
"Allora direi che è proprio il caso che io vada", esclamò, cercando di farsi sentire anche da Stiles, sottolineando per bene il fatto che di lì a poco li avrebbe lasciati di nuovo soli.
"Non disturbi, non ti preocc..."
"Derek, c'è di là un ragazzo, immagino nudo, che ti sta aspettando: tolgo volentieri il disturbo, dico davvero", concluse con un largo sorriso.
Aprì la porta e uscì, dandogli una paccata sulla schiena.
"Passa una buona giornata", aggiunse prima di uscire.
Derek rimase frastornato da quella conversazione, così si massaggiò la fronte, tolse i pantaloni soffocanti e si diresse verso la camera in cui si era nascosto Stiles. Era a pochi centimetri dalla porta, quando il campanello suonò nuovamente.
"E ora che diavolo vuole?" sbuffò.
Aprì di nuovo a Lydia, che si appoggiò con un braccio alla soglia.
Lo squadrò da capo a piedi, notando che si era già levato i pantaloni, facendosi chissà quale strana idea.
"Sono uscita da nemmeno un minuto e già eri impegnato? ", sorrise divertita.
Derek rinunciò, arreso, a contrastare quelle parole, limitandosi a chiedere se avesse bisogno di qualcosa.
"Solo un ultima cosa", chiese con aria curiosa"
"Dimmi"
"Sopra o sotto?"
"LYDIA!"
"Scusa, scusa, ora me ne vado giuro!", esclamò chiudendo la porta verso di sé.





"Il Coraggio Di Amare", di Stiles Stilinski #Wattys2017Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora