C a p i t o l o 70.

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"S-stiles"
"Ciao, papà"
Noah lo guardava con disprezzo, consapevole del dove e del con chi avesse passato tutte quelle ore.
Stiles entrò in casa, chiuse la porta alle sue spalle e si limitò ad accennare un sorriso indeciso. 
"Dove sei stato?", chiese secco, le braccia serrate.
"Papà..."
"Ti ho fatto una domanda, Stilinski. Rispondimi". Non stava nè urlando nè tanto meno aveva un tono calmo. Era più che altro una voce delusa, una voce stanca. Stanca di dire le stesse cose, stanca di non poterle nemmeno dire. No, non aveva nessuna intenzione di accettare nè il fatto che suo figlio amasse un ragazzo, nè il fatto che proprio quel ragazzo fosse il complice della morte di sua moglie, l'unica donna che avesse mai amato, l'unica che avrebbe mai amato. Era stato privato di Claudia per colpa di Derek, e Stiles doveva essere privato di Derek per colpa di suo padre. Nella sua mente questo discorso, dettato dalla mancanza indicibile e dal senso di follia che provava quando ripensava a lei, sembrò giusto. Si, era giusto che andasse così: che Derek pagasse per ciò che aveva fatto e che Stiles non si innamorasse della persona sbagliata. Si convinse dei suoi pensieri, accogliendoli e dandosi ragione da solo. Ogni paura sembrava così sparire lentamente. Avrebbe solo dovuto imporsi sul figlio, guidarlo nella via che credeva giusta per lui, per sé stesso.
"Ero con Derek"
L'ipotesi, ora confermata, lo fece impazzire. Strinse i pugni, sigillò la bocca. Quella fu la prima e l'ultima volta in cui diede uno schiaffo a suo figlio in viso. Fu un gesto impulsivo, le immagini di Stiles e di quel ragazzo, insieme, lo facevano andare fuori di sé. Non se ne rese nemmeno conto. Fu quanto il suo palmo incontrò la pelle di Stiles, colpendola, che capì di cosa avesse appena fatto. Ritrasse la mano, bruciante di vergogna. La osservò, poi guardò Stiles, poi tornò a fissare il palmo infuocato. Un ricordo gli penetrò la mente, invadendolo completamente.
"Ho il dovere di dare al nostro capolavoro l'amore che merita, quello di un padre e quello di una madre"
Il suo cuore si spaccò in due, così come in due si era spaccata la vita di Claudia quella notte.
"È questo quello che voglio essere per te, quello che voglio darti, e scusami se a volte non l'ho fatto"
Erano queste le parole che aveva detto a suo figlio, qualche tempo prima.
Guardò la mano, fissò Stiles. Il lato destro del viso leggermente livido, gli occhi sbarrati, bloccati, immobili davanti a quella scena.
"S-stiles, i-io non v-volevo"
Resse con la sinistra la mano che aveva compiuto quel gesto. Non aveva amato suo figlio a sufficienza, non lo stava amando. Non stava facendo il suo dovere.
"S-stiles". Il figlio rimase con la bocca semiaperta.
Claudia non l'avrebbe fatto, Claudia non avrebbe mai permesso questo. La sua mente si riempì di sensi di colpa, di disprezzo verso sé stesso.
Stava impazzendo. Suo figlio meritava di più. Nonostante fosse un danno ambulante, lo amava più della sua stessa vita. Prese le spalle di Stiles e le avvicinò a sè, premendole contro il suo petto, stringendole più forte che riuscì. Gli accarezzò i capelli, rendendo quelle mani ora fonte di conforto e delicatezza. Strinse suo figlio come se fosse la cosa più preziosa che avesse: lo era.
"S-stiles, io non volevo, scusami". Le lacrime gli rigarono il volto, gli occhi scioccati erano serrati per non dover vedere lo strazio di quella scena.
"Ti prego, perdonami", gli disse forte all'orecchio, implorandolo.
L'altro, fino a quell'istante irrigidito, lo avvolse con le sue stesse braccia.
Padre e figlio, sangue del loro sangue.
Niente avrebbe spezzato la connessione che si creò tra i due, niente.
"P-Papà"
"S-si?", Noah aprì gli occhi di scatto, come se pendesse dalla risposta di Stiles, come se la sua felicità dipendesse dalle parole che avrebbe pronunciato di lì a poco.
"Ti voglio bene"


"Il Coraggio Di Amare", di Stiles Stilinski #Wattys2017Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora