C a p i t o l o 13.

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Scesero di sotto a far colazione ancora mezzo addormentati.
"D-Derek, ma se tu sei il proprietario, e sei qui con me, chi ha fatto entrare i clienti? Non li avremo lasciati fuori, vero? Se fossi uno di loro sarei capace di entrare illegalmente pur di mangiare una di quelle ciambelle". Stiles, accorgendosi del viso stranito ma divertito dell'altro, "stavo scherzando", aggiunse, "ovviamente".
Nessuno dei due credette completamente a quelle parole, ma non importava: ad ogni suo commento sarcastico, Derek scopriva un po' di più di quel ragazzo che tanto lo aveva affascinato la sera prima.
Sentiva nei suoi confronti un senso di protezione che non aveva mai provato con nessuno.
"Oggi è il mio giorno libero, non arriverà nessuno".
A quella conferma Stiles sorrise. Fu un sorriso poco accennato, ma abbastanza visibile per far sì che Derek se ne accorgesse.
"Ciambella e cappuccio?"
"Ciambella e cappuccio."
Andò dietro al bancone per inserire la cialda nella macchina del caffè quando gli venne un'idea. Si girò di scatto e, con fare ammaliante, chiese:
"Vuoi essere barista per cinque minuti?"
"I-io? Nah, non credo sarebbe una buona idea. Non sono molto esperto di attrezzi da cucina e cose varie, sono pericolosi, meglio starne alla larga".
"Devi premere push, Stiles, non ti ho chiesto di creare un cocktail estivo", lo prese in giro.
"Hey, cos'è quella risata? Stai sottovalutando il mestiere, non è semplice come sembra!"
"Vieni qui e schiaccia push, muoviti" disse con aria di sfida scherzosa.
"Ai suoi ordini Derek...?"
"Hale", rispose prontamente.
"Ottimo. Ai suoi ordini, Derek Hale."
Si intrufolò dietro al bancone, raggiungendolo, dopodiché fisso la macchina del caffè come fosse un'avversaria.
"Prendi quella cialda" disse dolcemente.
"Questo non era nel contratto, mi spiace", incrociò le braccia, sigillandole, per poi mettere il broncio.
"Farò questo immenso sforzo per te".
Stiles si rivelò particolarmente bravo a premere pulsanti, visto lo sguardo di meraviglia che rivolse a Derek come se volesse dirgli "sono stato bravo, vero?". Ammiccò, per poi continuare a vantarsi, frugando in cerca di una tazza.
"Quello che berrai tra poco sarà il miglior cappuccino della tua vita, preparati, Hale".
Derek non smetteva di ridere davanti a quella scena.
"Eccoti qua", disse servendogli la bevanda calda in una tazza grande dal color tortora.
"Si accomodi, e mi dica com'è", scherzò porgendogliela.
"Fa che sia buonissimo", pensò. Non voleva deludere le sue aspettative, il suo sorriso era troppo bello per non dargli un valido motivo di farlo emergere.
"Perfetto" fu l'unico commento, ma lo disse con sicurezza e dolcezza. Stiles era certo che dicesse sul serio: per quel poco che lo conosceva, sapeva che non gli avrebbe mentito.
"Bene, ora pos...".
"DEREK!"
Fu solo allora che Stiles tornò alla vita reale, come se quella notte fosse stata solo una vita parallela.
Si rese conto di non aver minimamente avvisato suo padre del fatto che non sarebbe tornato.
"Mio padre, merda, devo andare! Derek ci vediamo, devo scappare ora!" urlò mentre corse verso la porta d'ingresso. Voltò un secondo la testa per salutarlo: brutta mossa. Un istante dopo si ritrovò a scontrarsi contro la porta di vetro, per poi cadere all'indietro.
Derek stava per venirgli incontro, quando Stiles lo bloccò.
"Sto bene, non ti preoccupare, grazie di tutto, davvero".
Uscì di corsa, percorrendo a gran velocità la strada.
Solo dopo cinquanta metri circa si accorse che non sapesse minimamente dove si trovava.
Fece marcia indietro per andare a chiedere aiuto a Derek, e lo trovò lì, sulla soglia, illuminato dai raggi del sole, che sventagliava il mazzo di chiavi della macchina. Un ampio sorriso lo accolse.
"Sali", disse. "Dove...?"
"River Road, 24"
A bordo della sua Jeep, arrivarono in pochi minuti.
Non dissero praticamente nulla, ma per la seconda volta non furono minimamente imbarazzati.
"Eccoci qua".
"Non so come ringraziarti, veramente".
"Ho voglia di rivederti. Dimmi quando". Fece uscire quelle parole senza nemmeno rendersene conto.
"Mi troverai qui, quando ne avrai voglia".
"A fra poco, allora", sorrise Derek.
Stiles non ci ragionò molto: fece un gesto che aveva avuto voglia di fare dalla sera prima. Gli diede un bacio sulla guancia, sembrandogli il modo migliore per esprimere il suo apprezzamento nei suoi confronti e la sua gratitudine per quello che aveva fatto per lui.
"Buon compleanno, piccolo"
Scese dalla macchina e chiuse la portiera.
"Alla prossima volta", concluse Stiles.
"Alla prossima volta", gli sorrise Derek.
Rimase ad osservare la Jeep andarsene per qualche secondo, per po iniziare a correre verso la porta di casa sua.
Estrasse la chiave e aprì lentamente, sperando che suo padre non lo sentisse arrivare.
Si sarebbe intrufolato in camera senza farsi vedere: d'altronde dormiva sempre fino a tardi, forse nessuno si era accorto della sua mancanza.
Entrò in punta di piedi, chiuse con cura la porta dietro di lui, e si rigirò sicuro della riuscita del suo piano.

"STILES."

"Il Coraggio Di Amare", di Stiles Stilinski #Wattys2017Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora