C a p i t o l o 35.

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"Hai presente la brezza del mattino d'estate?"
"Si, certo"
"Beh, lei era così. Spumeggiante, fresca, libera, sembrava un'onda del mare. Aveva la forza di un uragano e la delicatezza di una piuma, dico davvero. Mi ricordo di tutte le volte che mi ha preso in braccio, anche quando ero meno magro"
"Meno magro sta per ero un bambino così obeso a tal punto che faceva fatica a reggermi?" lo stuzzicò Derek, cercando di farlo sorridere. Ovviamente ci riuscì.
"Non sei divertente, Hale, ma non posso darti torto. Non sono sempre stato in perfetta forma come lo sono ora", ironizzò. Era incredibile la forza che aveva nel saper sollevare l'atmosfera, nonostante il dolore.
"Dicevi dunque che era una donna forte..." lo indusse a proseguire, accarezzandogli la guancia, ancora umida per le lacrime.
"Si, mi teneva in braccio anche ore, come quella volta all'acquario: mio padre giura che sono stato aggrappato a lei tutta la durata della visita. Ero piccolo, certo, ma era davvero disposta a rinunciare a tutto per me."
"Deve amarti moltissimo."
"Si, m-mi ama. Lei sapeva vedere il bello in me, a dire il vero vedeva il bello in tutti. Coglieva il particolare, la caratteristica. Per questo motivo era una pittrice, sai? Amava i dettagli. Una volta mi tenne un'ora e mezza ad osservare un quadro in un museo, chiedendomi di aiutarla a scovare le pennellate più belle, le sfumature più nascoste. Ah, e una sera d'estate ricordo che mi mise davanti alla finestra in camera mia, quando il sole era basso: voleva vedere i riflessi dei raggi nei miei occhi. Mi scattò anche una fotografia, un'altra sua passione."
"E tu ne hai ereditata qualcuna?", chiese Derek.
"La fotografia, il disegno e la musica"
"Davvero? Suoni qualche strumento?"
"Il pianoforte, è stata lei ad insegnarmi tutto, t-tutto quello che il tempo le ha concesso di trasmettermi."
"Un giorno mi suonerai qualcosa", disse Derek sorridendo e facendo lo scanner delle sue labbra, come se volesse baciarle da un momento all'altro.
Ed era vero, avrebbe davvero voluto.
"Cosa ti piacerebbe?", chiese incuriosito, ed emozionato: in fondo non conosceva ancora i suoi gusti musicali, e questa risposta glieli avrebbe rivelati.
"Qualcosa scritto da te."
A quanto pareva, erano quelli i gusti musicali di Derek: qualcosa che avesse composto Stiles in persona.
"Non ho mai provato a dire il vero, a buttare giù qualcosa di mio, se non un paio di volte, ma mi bloccai subito."
"Allora sappi che se un giorno volessi farmi un regalo, questo è quello che desidero: qualcosa scritto da te, per me."
"Lo farò", disse guardandolo intensamente negli occhi verdi.
"Sono veramente belli sai?", ammise Derek.
"Cosa?"
"I tuoi occhi"
"Sono semplici occhi color nocciola, non hanno nulla di speciale"
"Tua madre non la pensa così, e nemmeno io. Sono un capolavoro."
Sentendo quella parola, Stiles scattò in avanti, costringendo Derek ad arretrare. Lo strinse forte, soffocando un nodo in gola.
"Hey, piccolo, che succede?"
"Lei mi chiamava così"
"Capolavoro?"
"Il suo capolavoro."

Rimasero in quella posizione a lungo, nonostante la scomodità.
Ma nè Stiles aveva intenzione di lasciar andare Derek, nè Derek voleva essere lasciato da Stiles.

"Il Coraggio Di Amare", di Stiles Stilinski #Wattys2017Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora