C a p i t o l o 78.

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Un anno prima

"È tutto finito, piccolo, è tutto finito" gli sussurrò Derek all'orecchio.
Lo guardava muoversi lentamente, ancora addormentato.
"È tutto finito". Questa volta parlo più a sè stesso che a Stiles. Era davvero tutto finito. Ogni paura, ogni colpa, ogni sentimento di repulsione verso sé stesso era cessato con quell'abbraccio, l'abbraccio che Noah gli aveva dato quella notte. Così intenso da togliere le parole, così sincero da non lasciare dubbi. La voce roca si tramutò in dolcezza, quella dolcezza che solo Stiles sapeva tirargli fuori. Quel senso di protezione che sentiva nei suoi confronti fece sì che lo accarezzò come fosse la cosa più bella che avesse mai avuto tra le dita.
E lo era, Stiles lo era.
"È tutto finito, piccolo" e con queste parole si svegliò, trovando Derek a pochi centimetri da lui. Aprì gli occhi e la prima cosa che vide fu quel mare smeraldo, languido, freddo e intenso al tempo stesso.
C'è forse modo migliore per svegliarsi?
I loro occhi si allacciarono. Per l'ennesima volta.
"A-ancora cinque minuti, per favore", disse con voce infantile, accoccolandosi ancora di più tra le lenzuola. Sorrideva, cercando invano di conquistarlo.
"Sono le undici e mezza, hai dormito come un ghiro"
"Due minuti" lo supplicò.
"Tre"
"Così già mi piaci"

"Ah, e se ti avessi detto di no ti sarei piaciuto lo stesso?" chiese, atteggiandosi da offeso.
"Probabilmente si"
"

Probabilmente?" Derek alzò un sopracciglio.
"Sicuramente. Volevo dire sicuramente", si corresse.
"Bravo, piccolo" lo baciò sulle labbra, dandogli o un motivo per alzarsi o uno per trascinarlo con lui nel letto. Stiles, ovviamente, fece la seconda cosa, afferrandolo per la maglietta e portando il corpo sopra il suo. Sentiva il proprio cuore battere forte, palpitare come avesse appena corso per cento metri. Derek atterrò col viso a pochi centimetri da Stiles. Lo squadrò su e giù, con la bocca semiaperta. Non si era ancora abituato alla sua bellezza, alla perfezione dei suoi tratti, a quanto fosse attratto da quel ragazzo, fisicamente e no. Non si era ancora abituato a quelle labbra belle, belle da morire, belle come se fossero state scolpite da un angelo in carne ed ossa e baciate in continuazione, rendendole gonfie. Non si sarebbe mai abituato, no: a Stiles Stilinski non ci si abitua, mai.
"Dio, quanto sei...", disse sottovoce.
"Quanto sono cosa?" lo stuzzicò.
"Quanto sei mio". Derek prese il viso dell'altro e lo fece scontrare contro il suo, premendo quelle labbra contro le proprie, facendole vibrare. Rimasero qualche minuto in quella posizione, continuando a morsicarsi e a baciarsi, stuzzicarsi ed amarsi.
"Ti va di venire da me, oggi? Volevo chiedere a mia sorella se mi portava Claudia. Lei non sa che stiamo di nuovo...che abbiamo risolto insomma, e non vedo l'ora di renderla felice dicendoglielo"
"Stiamo di nuovo cosa?" gli chiese Stiles, ignorando il resto della frase. Quella mattina era particolarmente in vena di metterlo in difficoltà, fisicamente e no.
"Si, insomma, insieme"
"Io e te stiamo insieme?"
Derek non riuscì a capire se stesse scherzando o fosse così assonnato da non capire granché.
"Si, beh, credevo che fosse scontato"
"Non me l'hai mai chiesto direttamente, sai?"
"Che cosa?" fece il finto tonto per deviare dall'imbarazzo.
"Se voglio essere il tuo ragazzo". Stiles, dicendo quelle parole, sorrise. Lo guardò intensamente, come se lo stesso implorando di avverare il suo desiderio in quell'esatto momento.
"Stilinski"
"Dica", continuò a sorridere con sguardo ammaliante.
"Vuoi sposarmi?" disse il più seriamente possibile, cercando di trattenere le risate.
"Quanto sei idiota, io ero serio!" sbottò tirandogli addosso il cuscino che aveva sotto la testa.
"Anch'io, ovviamente"
"Scendi dal piedistallo del sarcasmo, Hale. Non puoi battermi"
"Forse in questo no, ma potrei batterti in altro. Lasciami provare", disse maliziosamente, abbassandosi col corpo per arrivare ad avere il viso sul suo addome. Prese lentamente il lembo della maglietta di Stiles e la alzò ancora più lentamente, fissandolo mentre lo faceva. L'altro, sdraiato in quella posizione, sapeva che non sarebbe riuscito a reggere a lungo quel contatto, quegli occhi che lo stavano penetrando fin dentro all'anima. Gli sfiorò i capelli, mentre Derek iniziò a baciarlo delicatamente, accarezzandogli la pelle, disegnando su quel corpo la voglia che aveva di lui. Stiles, succube a quel contatto, lasciò andare la testa, inarcando leggermente la schiena. Non avrebbe resistito molto, non di prima mattina e non con uno come Derek sopra di lui, intento a farlo impazzire con un solo tocco. Rilassò i muscoli solo quando l'altro smise di metterlo alla prova.
"Allora" tornò vicino al suo viso, "dici che in questo potrei batterti?"
"I-io, io credo di si". Il fiato corto, la voce roca, il corpo in fiamme.
"Risposta giusta, piccolo. Ora", si sedette su di lui, bloccando con le gambe il corpo di Stiles sotto al suo. Si abbassò velocemente per stampargli un bacio sul collo e poi tornò su.
"Stiles Stilinski, vuoi essere il mio ragazzo?"

"Il Coraggio Di Amare", di Stiles Stilinski #Wattys2017Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora