"Il Coraggio Di Amare", di Stiles Stilinski #Wattys2017

C a p i t o l o 21

Rimasero stretti nell'abbraccio a lungo, tanto che si addormentarono in quella posizione, seduti sul letto con la schiena poggiata al muro. La lacrime ancora sulle guance scavarono il viso a entrambi. Erano il risultato di un momento di dolore e di unione tra i due, di forza e di debolezza. Si erano sempre fatti forza insieme, e così avrebbero sempre fatto.
Fu Stiles ad aprire gli occhi per primo, e al suo risveglio sorrise nel vedersi tra le braccia del padre, con la testa sul suo petto. Si strinse ancora di più, per l'ultima volta, prima di staccarsi delicatamente cercando di non svegliarlo bruscamente.
Decise di lasciarlo dormire, permettendogli di riposare ancora un po'. Lo guardò teneramente, sorridendogli, per poi dirigersi verso la porta.
"Ti voglio bene", sussurrò, chiudendo la porta dietro di sè.
Scese le scale e andò in cucina: aveva una tale fame che difficilmente sarebbe riuscito a colmare con qualche spuntino pre-cena. Prese quindi il telefono e chiamò per una pizza d'asporto.
"Salve, vorrei ordinare una würstel e patatine" e poi "Oh si, anche una Coca, grazie!" per concludere con un "A dopo allora, grazie!"
Stiles era letteralmente impaziente. L'attesa si rivelò difficile da sopportare, in primo luogo perché era il suo cibo preferito, secondo perché lo stomaco affamato non gli stava dando tregua. Continuava ad andare avanti e indietro per la cucina, ripensando al momento che aveva appena vissuto con suo padre.
"Il nostro capolavoro", sapeva che quelle parole lo avrebbero accompagnato per sempre, dandogli una carezza nei momenti di dolore, e donandogli forza qualora ne avesse avuto bisogno.
"Il nostro capolavoro", si continuava a ripetere Stiles.
In quell'esatto momento, decise che se mai avesse amato Qualcuno come sua madre aveva amato lui, questo Qualcuno sarebbe stato il suo capolavoro.
In quell'esatto momento, Qualcuno suonò il campanello, e no, non era il fattorino delle pizze.