C a p i t o l o 88.

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Quella notte non avevano nessuna intenzione di tornare a casa. Rimasero in giro per la riserva, sovrastando le foglie, ignorando i pensieri. Non si tenevano per mano, nè si stavano baciando: camminavano l'uno affianco all'altro, a mezzo metro di distanza, senza parlarsi. E no, non era una delle loro solite volte in cui anche senza dire una parola si sarebbero capiti. No, quella notte non si stavano capendo per niente. Le bocche sigillate, i denti stretti. Camminavano l'uno affianco all'altro, vicini ma lontano, come fossero due rette che corrono parallele con la consapevolezza che non ci sarà più un nodo di incontro. Troppe volte si erano scontrati, troppe volte avevano colliso, troppe volte si erano spezzati. Troppo volte avevano cercato di ricucire l'irrimediabile, e ora sembravano essere arrivati al capolinea, alla fine del loro percorso, al traguardo di nessuna vittoria. Se vincere voleva dire stare insieme, quella notte avrebbero perso entrambi. C'era così tanto da dire, così tanto ancora da amare, ma qualcosa col tempo si era incrinato, qualcosa col tempo aveva preso una via diversa da quella immaginata da entrambi. Stiles teneva le mani in tasca, nascoste dentro come se volesse dar loro un buon motivo per non lasciarsi ingannare, cedendo ed accarezzando il viso dell'altro. Il cappuccio della felpa rossa lo copriva da quella situazione, da quel viso che sapeva di amare ancora, nonostante tutto, ma per il quale provava anche una sorta di repulsione. La loro era una storia già scritta, una storia destinata a finire. Le ultime pagine erano pronte per essere concluse, pronte per concludere il libro, libro che sarebbe stato chiuso una volta per tutte.
Avevano sofferto, si erano amati, si erano amati ed avevano sofferto. Si erano giurati che niente si sarebbe mai interposto fra loro, ma pensare al futuro è più pericoloso che cercare di rimanere a galla con braccia e mani legate. Forse loro erano così, legati: incapaci di toccarsi, incapaci di volersi. Solo un filo rosso sangue univa i loro cuori, un filo impalpabile, spezzato in più punti, deturpato. Quel filo era l'unico che resisteva, l'unico che stava avendo ancora il coraggio di andare avanti, il coraggio di provare a giocarsi il tutto per tutto. Quel filo era tutto ciò su cui si basava il loro rapporto: in bilico tra Stiles e Derek, si distendeva per poi contrarsi ad ogni loro passo. Più si allontavano, più rischiava di spezzarsi. E se mai si fossero avvicinati, avrebbe sofferto meno, ma non si sarebbe mai ricomposto del tutto. Camminavano l'uno affianco all'altro, vicini ma lontano, come fossero due rette che corrono parallele con la consapevolezza che non ci sarà più un nodo di incontro. Ma quel nodo di incontro era la paura di perdersi. Camminavano, uscendo dalla riserva, non sapendo nemmeno dove stessero andando. Imboccarono la strada principale e proseguirono. Derek affrettò il passo, mettendo alla prova quel filo rosso sangue, quel filo rosso  che stava urlando di dolore per la tensione. Fecero qualche passo, poi più nulla.
Due fari si erano avvicinati, due fari si erano avvicinati troppo. Derek non fece in tempo a vederli che fu colpito in pieno, gettato sull'asfalto, lasciato lì, senza vita. Quel filo rosso sangue si era spezzato: troppo teso, troppo deturpato nel tempo, troppo messo alla prova.
Era stata quella distanza, ora inesistente, a far morire Derek. Se non si fosse allontanato, si sarebbe salvato. Stiles urlò, urlò al cielo, le ginocchia sull'asfalto, le mani nei capelli. Le lacrime gli rigarono il
volto, lasciandogli segni indelebili. Il cuore impazzì, le mani tremarono. Prese Derek e lo scrollò, cercando di farlo svegliare, ma non aprì gli occhi.
Prese sè stesso e si scrollò, cercando di urlare, ma non riuscì. Non gli usciva la voce, urlava ma nessuno poteva sentirlo. Fu come essere bloccati in un limbo, in una teca di vetro. Urlava e nessuno lo aiutava, urlava e Derek non tornava a vivere. Si lasciò cadere a terra, sbattendo il cranio contro il freddo asfalto, dimenandosi per il dolore.
Nessuno c'era, nessuno.
Nessuno l'avrebbe salvato, nessuno. Nessuno gli avrebbe ridato indietro Derek, nessuno.
Il ragazzo che aveva amato per anni, era ora solo un ricordo. Un corpo senz'anima, un corpo freddo, senza cuore, senza amore, senza protezione. Era morto, e niente e nessuno gliel'avrebbe mai portato indietro.
Urlava e nessuno lo sentiva, piangeva e nessuna lacrima gli bagnava il volto.
Nessuno c'era, nessuno.
Nessuno l'avrebbe salvato, nessuno. Nessuno gli avrebbe ridato indietro Derek, nessuno.
Fu allora che lo sentì.

"Il Coraggio Di Amare", di Stiles Stilinski #Wattys2017Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora