C a p i t o l o 38.

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Avrebbe davvero voluto baciarlo, assaporare quelle labbra morbide, ma si limitò a iniziare a raccontare di sè, come gli aveva chiesto, o meglio implorato, Stiles.
"C'è tutto e niente da sapere su di me: detto questo, voglio parlarti del tutto, il niente lo riservo a chi non vuole ascoltare."
"E non è di certo questo quello che sono io" sorrise, mettendosi comodo.
"No, non lo è per niente", si sedette vicino a lui. Derek era rivolto verso la parete di fronte, come se gli servisse uno pagina bianca su cui ricostruire la sua storia, uno spazio vuoto su cui spaziare tra i drammi e i sorrsi. Stiles, a gambe incrociate affianco a lui, lo guardava come se stesse per narrare un classico della letteratura inglese, o la pagina più bella di un romanzo. Non aspettava altro che sapere di più su quel ragazzo, quel ragazzo che lo stava, parola dopo parola, portando in un'altra dimensione.
"Raccontami il tutto, tutto quello che vuoi", gli morsicchiò una guancia dolcemente.
Derek iniziò a parlare, un monologo durante il quale Stiles si limitò, se non interpellato, ad ascoltare, deglutire, annuire, appoggiare la testa sulla sua spalla e accarezzargli i capelli.
"Sono sempre stato un bambino simile a come, da quanto ho capito, lo sei stato tu. Famiglia, affetti, serenità: più o meno girava tutto intorno a questo. Se ripenso alla mia infanzia, mi vengono subito in mente la casa di campagna in cui vivevo d'estate, le corse nei prati, le lunghe biciclettate con mia sorella Laura e C-cora" deglutì, come se una freccia impalpabile l'avesse appena trafitto. "Ricordo la mia famiglia, i pranzi natalizi, i compleanni", proseguì, "i momenti apparentemente insignificanti sono quelli che mi sono rimasti più incisi. Come quella volta che mia madre mi posò sul bancone della cucina per darmi un cucchiaio di sciroppo alla fragola: mi sembra di sentirne ancora il sapore, ti capita mai?"
"Sempre, con ogni cosa che mi piace"
"Ecco, ho ancora quel profumo nelle narici. O quella volta che lavai le mani all'asilo e un mio amico si temperò il dito."
"Si temperò il dito?" chiese sbalordito.
"Oh, si, e non fu l'unica volta. Se te lo stai chiedendo, no, non ho mai lanciato nessun aeroplano su una torta di compleanno, ma ritengo comunque di essere stato, come tutti, un pericolo pubblico. Per non parlare delle mille volte che ho chiesto a praticamente tutte le mie compagne di classe delle elementari se volessero essere le mie fidanzate"
"Tutte insieme?", scherzò Stiles.
"Non essere sciocco, ero un gentiluomo: una alla volta"
"Eri un playboy, Derek"
"Credo fosse colpa degli occhi"
"Oh, si, lo credo anch'io", dichiarò mentre lo guardava, completamente attratto.
"Diciamo che tutto procedeva bene nella mia vita, fino a quando non mi cadde il mondo addosso. Quando ho compiuto diciott'anni, la sera del mio compleanno ci fu un corto circuito a casa mia, o almeno è quello che mi hanno sempre fatto credere. Ho perso tutta la mia famiglia. Mi sono rimasti solo Laura, che all'epoca era incinta di pochi mesi di Claudia, e Peter. Ci siamo salvati solo noi quattro. C'erano venti persone in quella casa, venti. Tutte le persone che amavo erano lì dentro, a festeggiarmi. Ho vissuto tutti questi anni con la convinzione che li avessi uccisi io: se non fossero stati lì per me, sarebbero vivi ora."
Disse queste parole senza far scendere una lacrima. Fu allora che Stiles immaginò quante ne avesse dovute versare in tutti quegli anni.
Si avvicinò a lui delicatamente, gli prese la mano e la strinse più forte che potesse. Erano entrambi bloccati, uno a causa del dolore represso nel tempo, l'altro a causa di un dolore appena acquisito. Conosceva Derek da pochissimo, ma provò la stessa tristezza che avrebbe provato se fossero cresciuti insieme, se fosse stato con lui quella sera.
L'unica cosa che riuscì a fare fu stringerlo, sdraiarsi e portarlo giù con sé, in modo che potesse appoggiarsi a lui. Voleva proteggerlo in quel momento, difenderlo dal ricordo, distrargli la mente. Gli passava le mani fra i capelli, dolcemente, come avrebbe fatto una madre.
Una madre che nè Stiles nè Derek avevano più.

"Il Coraggio Di Amare", di Stiles Stilinski #Wattys2017Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora