C a p i t o l o 73.

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Derek era a pochi centimetri dalla porta della camera di Stiles, socchiusa, quando decise di fermarsi per qualche istante ad osservarlo. Lo adorava quando erano insieme: preso da solo sarebbe stato ancora più bello da contemplare. Riuscì a vederlo. Era lì, in punta di piedi vicino alla parete, davanti allo specchio. Si tolse lentamente la maglietta, mostrando i segni della passione che aveva messo Derek quella notte. La schiena completamente segnata, il petto livido. Per poco non gli aveva marchiato anche il collo, altrimenti suo padre non l'avrebbe di certo accolto così calorosamente. Stiles si girò di scatto, dando la schiena alla sua immagine riflessa, per controllare quanto grave fosse la situazione.
Spalancò la bocca, incredulo davanti a quella scena. Poi sorrise, mettendosi a sedere sul letto. Con le mani sul viso, si lasciò cadere all'indietro, facendo tremare il letto.
"Dio, mio, cosa mi hai fatto", pensò Stiles ad alta voce, non smettendo di sorridere. Al solo ricordo di quella notte, gli tornarono i brividi su tutto il corpo.
Non è così che puoi arrivare al mio cuore, alla mia mente, a nessuno di questi.
Questo è soltanto il mio modo di sfogare i miei sentimenti più profondi.
Questa scintilla di nero che sembro tanto amare.
Possiamo dare un po' di matto, tanto per divertirci, tanto per divertirci
Senza neppure tentare di contenerci
Lasciandoci andare
Legami e prendi il controllo finché non avrai finito, finché non avrai finito
Mi hai colmato di desiderio e sto per esplodere
Tenne le mani sul viso, forse in quell'oscurità avrebbe meglio visionato le immagini di quella notte. Quella notte in cui perse ogni tipo paura e ogni di pudore, quella notte in cui non pensò a nulla, dopo un mese di incubi. Quella notte in cui fu suo.
Derek, alla vista di quel corpo sdraiato sul letto, si rese conto di non poter resistere ancora per molto. Aveva bisogno di un pretesto per entrare, e Stiles glielo diede.
"Dio mio, cosa ti faccio quando vieni qui", pensò ad alta voce, per la seconda volta.
Fu allora che Derek entrò, chiudendo delicatamente la porta alle sue spalle. Si avvicinò a Stiles, non capendo ormai più nulla, vedendolo così.
Il suo petto teso, le sue braccia dietro la testa, i pugni stretti. Lo raggiunse lentamente, aspettando che Stiles si accorgesse di lui, cosa che non avvenne.
"Cos'è che mi faresti tu?", disse sottovoce, con voce maliziosa.
"D-DEREK!", esclamò Stiles, rimettendosi seduto, le guance si tinsero del colore delle sue labbra.
"Mi hai spaventato" aggiunse. "Per un attimo ho creduto fosse mio padre"
"Evidentemente no", gli sorrise.
"Da quanto sei qui?"
"Quanto basta per non riuscire più a trattenermi dal fare questo". Lo prese per le spalle, per poi spiengerlo giù, nella stessa posizione in cui l'aveva trovato. Si mise seduto sopra di lui, per poi avvicinare le loro bocche.
"D-derek, n-non mi sembra il caso"
"Non ho nessuna intenzione di metterti in difficoltà, so che c'è tuo padre giù. Lasciami solo baciarti, okay?". Non aveva atteso nemmeno che l'altro rispondesse che già stava assaggiando ogni singolo centimetro di quelle labbra che tanto amava, ogni singolo centimetro di quel viso, di quel corpo. Poi si staccò, lasciandosi cadere su un lato del letto, atterrando con la schiena, sudata, contro il lenzuolo fresco.
"Credi di poterti fermare così, bloccandoti sul più bello?", chiese Stiles, con finta delusione. Lo stuzzicò con le dita, tirando su lentamente la maglietta dell'altro.
"Un gran peccato sai? Tenerla su"
"S-stiles, non possiamo"
"Non ho nessuna intenzione di metterti in difficoltà, so che c'è mio padre giù. Lasciami solo baciarti, okay?" replicò con le sue stesse parole.
Si avvicinò al suo collo, baciandolo lento, poi veloce, poi lento, e poi ancora veloce. Aveva la capacità di farlo impazzire con il solo tocco. Derek respirava corto, innaturalmente. Ansimava sottovoce, mettendo a tacere la voglia che aveva di prenderlo e sbatterlo contro il muro. L'avrebbe fatto con delicatezza e con forza al tempo stesso, facendolo sentire amato e amante nella stessa frazione di secondo. Bloccò il suo desiderio e si girò per dare un bacio casto sulle labbra di Stiles, facendogli capire che era meglio che si fermassero subito o dopo sarebbe stato impossibile ragionare.
"Appena vorrai, tu vieni da me", lo disse quasi come se fosse un ordine.
"Domani, quindi?" scherzò.
"Domani è perfetto, tu lo sei". Lo baciò una seconda volta. "Rivestiti ora, tuo padre mi ha dato il permesso di restare qui a dormire" aggiunse.
"Scusa un secondo: se rimani qui, per quale assurdo motivo dovrei rivestirmi?"
"Non credo che tu voglia farti vedere domattina nudo da tuo padre, quando verrà a svegliarti. Che idea credi si farebbe di noi?"
"Quella giusta?"
"Stiles, ha già fatto tantissimo stasera,  accettandomi in casa. Non voglio approfittarmene"
"E va bene, mi rimetterò questa dannata maglietta" sbuffò, prendendola in mano, per poi rivolgersi direttamente alla cosa che avrebbe ostacolato il contatto tra lui e Derek quella notte."Sappi che ti odio", sussurrò all'indumento, apparendo più infantile che mai. A quella vista, Derek sorrise, sentendosi più fortunato che mai. Si infilarono nel letto, Stiles racchiuso da dietro dalle braccia dell'altro.
"Buonanotte, piccolo", gli sussurrò all'orecchio.
"Tienimi stretto stanotte, promesso?"
"Promesso"

"Il Coraggio Di Amare", di Stiles Stilinski #Wattys2017Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora