C a p i t o l o 41.

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Camminando per circa mezz'ora, arrivò a casa. Non appena aprì la porta, fu assalito da Scott, che gli si avvinghiò addosso strofinandogli una mano sui capelli.
"S-scott, c-iao anche a te, ehm, s-scott, n-on r-respiro", disse senza voce, soffocato dall'abbraccio.
"Ti stavo aspettando, fratellone! Tuo padre mi ha detto che eri fuori e che saresti tornato per pranzo."
"Ero da Derek, si", disse senza tanto pensarci, non ricordandosi del discorso che avevano fatto il giorno prima, in camera.
"Oh, n-non me l'aspettavo. Insomma, vi siete appena conosciuti". La delusione improvvisa nei suoi occhi, costrinse Stiles a giustificarsi.
"So che non sei d'accordo sul fatto che io abbia iniziato a frequentarlo, ma è davvero una bella persona"
"È palese che ne sei attratto, non fai testo", disse secco.
"Non si tratta di bellezza" sbottò, per poi aggiungere un "o comunque non si tratta solo di quella" non appena Scott alzò un sopracciglio.
"Non ti sto attaccando Stiles, ho solo paura che tu stia finendo in una specie di trappola", disse con aria preoccupata.
"Una trappola?"
"Si, insomma. Mi sono informato e non è una persona a quanto pare raccomandabile"
"Hai saputo qualcosa su di lui? Perché il famoso passato complicato di cui mi hai parlato ho scoperto essere un dolore famigliare, Scott, un dolore famigliare: nè alcol, nè droga. Ha sofferto e basta. "
"Questo potrebbe averlo reso una persona pericolosa"
"Scott, mia madre è morta, ma non per questo sono diventato pericoloso." esclamò tra la rabbia e le lacrime.
"S-si, scusami."
"Non ce l'ho con te, solo che so cosa significhi essere allontanato da qualcuno perché ti ritiene troppo complicato. A volte basta ascoltare. Lui è un nodo, e vorrei sciogliere questo nodo, se me lo concedi. Se tu non l'avessi fatto con me all'epoca, ora non avremmo questo rapporto. Ma sei venuto da me, e mi hai ascoltato. Fammi fare lo stesso."
Lo sfogo di Stiles aveva raggiunto il suo scopo. Scott gli si avvicinò, per poi abbracciarlo, stringendolo forte a sè.
"Non vale però ricordare il nostro incontro per addolcirmi", sorrise.
"Hai ragione, fratello non di sangue ma per scelta", gli sussurrò cercando di ruffianarlo.
"Sei un idiota, Stilinski"
"Ti adoro anch'io, McCall".
"Vieni a fare una passeggiata fuori?"
"Ho appena camminato mezz'ora, non vorrei accumulare troppo acido lattico"
"Hai sempre una scusa"
"Tra poco si mangia", disse secco, sapendo che quella frase avrebbe dato una buona ragione all'amico per fermarsi.
"Restiamo, assolutamente: l'acido lattico fa malissimo, e poi fuori fa caldo"
"Cosi mi piaci", gli mise una mano sulla spalla. "A proposito, dov'è mio padre?", aggiunse.
"Credo sia di sopra a cercare dei documenti nell'archivio per il caso Anderson, me ne ha parlato prima"
"D'accordo, allo...", fu interrotto.
All'improvviso, qualcuno suonò alla porta.
"Chi è a quest'ora? La gente non pranza più?", sbuffò.
Si diresse verso la porta, la aprì e si trovò davanti Allison Argent e una ragazza dai capelli rossi che non aveva mai visto prima.
"Ciao, Stiles, scusami l'ora", disse Allison gentilmente, con aria dispiaciuta.
Avrebbe voluto rispondere con un"oh no, non ti preoccupare, hai solo disturbato uno dei miei momenti preferiti della giornata" , ma si limitò a un "non ti preoccupare, entra pure". In fondo si trattava di Allison e, anche se avesse voluto mandarla via, non l'avrebbe mai fatto nei confronti di Scott.
"Hey, Argent", esclamò quest'ultimo.
"Ciao, McCall!", gli diede un bacio sulla guancia. Meglio non commentare il colorito che assunsero le sue guance.
"E tu sei...", chiese gentilmente il padrone di casa alla ragazza sconosciuta.
"Lydia Martin, piacere!"
"Lydia!" saltò su Scott.
"Vi conoscete?" chiese Stiles incuriosito, come sempre d'altronde.
"Ci siamo conosciuti ieri sera al bar", iniziò a spiegare.
"E io ho bisogno di parlarti", disse diretta Lydia.
"Io? Che succede?". Era decisamente più incuriosito di prima, se non un tantino spaventato.
"Vieni un secondo con me. Allison, tu rimani qui ad aspettarmi, con Scott", le mandò un'occhiata complice, a cui Allison rispose con un'occhiata minacciosa del tipo"fallo un'altra volta e vedi".
Uscirono di casa per fare due passi nel quartiere.
"Allora, cosa succede?"
"Hai conosciuto Derek, vero?", chiese diretta, senza fermarsi.
A quella domanda, detta così esplicitamente e così all'improvviso,  per poco Stiles non soffocò.
"S-si, beh, ci stiamo veden..."
"Meglio che tu non lo faccia", replicò secca.
"Lydia, scusami, con tutto il rispetto, ma siete fissati con questo ragazzo o sbaglio?"
"Non siamo fissati. Sono io ad avere detto a Scott di parlartene. E no, non sono fissata nemmeno io, anche se un po' mi rode non aver accettato alle elementari di essere la sua fidanzata, ma sai, avevamo anni di differenza e non era bello come lo è ora."
"Ah, allora tu sei una di quelle a cui lo chiese", esclamò, decisamente senza tatto.
"Grazie tante, Stiles. Beh, comunque", cercò di cambiare discorso, "io se fossi in te non lo frequentarei più".
"Si può sapere cos'avrà mai combinato?"
"Non te lo posso dire, ma fidati di me"
"Non ti conosco nemmeno"
"Non conosci nemmeno Derek", ci tenne a sottolineare lei.
"Beh, lo conosco sicuramente più di te", disse con voce quasi sognante, non rendendosene nemmeno conto.
"Cos'è quel tono?", alzò un sopracciglio.
"Quale tono?"
"Quello da o mio Dio, Derek sei stato fantastico."
"Hey!"
"O mio dio, vi siete baciati?". Ora quella ragazza stava diventando davvero preoccupante.
"Possiamo arrivare al dunque?", chiese apparentemente scocciato, quando in realtà aveva paura trapelasse l'imbarazzo.
"Non vederlo più, tu fidati di me."
"Mi avete stufato, tutti quanti", questa volta era innervosito sul serio.
"Lo dico per te, Stiles"
"Se lui è uno sbaglio, voglio sbagliare", disse secco. "Ci vediamo", concluse, prima di accelerare il passo, lasciando Lydia e i dubbi su Derek dietro di lui.



"Il Coraggio Di Amare", di Stiles Stilinski #Wattys2017Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora