C a p i t o l o 89.

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Era sdraiato a terra, con il viso contro l'asfalto, incurante del dolore.
Fu allora che lo sentì.
Un tocco impalpabile, un tocco delicato che gli sfiorò la spalla, poggiando su di essa una mano. Sentì il suo calore, il calore di chi l'aveva amato ancora prima che nascesse, di chi l'aveva tenuto tra braccia per diciott'anni e nel cuore per sempre.
Stiles avrebbe riconosciuto quel tocco fra mille: era sua madre.
Raccolse le forze che non aveva, e voltò il viso, vedendola al suo fianco. Illuminata da una luce perlacea, brillava di luce propria. Non era un angelo, altrimenti non l'avrebbe sentita, nè gli sembrò umana, dal momento che aveva l'aria di chi avrebbe potuto volare via col soffio di un vento. Ma era lì, e gli era affianco, come aveva sempre fatto.
"Stiles, bambino mio"
Non aveva parole, non ne aveva. Ogni lettera era stata gettata fuori alla vista della persona che aveva amato, morta. Ogni lettera era morta con lui, lasciandolo privo della capacità di amare.
Mise insieme i pezzi, e si girò sulla schiena.
La vide, bella come sempre, vera come mai. Riusciva a sentire il suo tocco, il suo calore, nonostante fosse consapevole di essere in una sorta di allucinazione.
"M-Mamma" sussurrò senza voce.
"Bambino mio, sei pronto"
"Pronto per cosa?"
"Per svegliarti"
Non sapeva dove si trovasse, nè se fosse morto senza accorgersene. Sapeva solo che lei era lì con lui, che lei gli stava ora tenendo la mano, mano che sentiva, che avvertiva più che mai.
"Bambino mio, svegliati"
Stiles non capì, continuò a guardarla dal basso, con la schiena completamente distesa sul freddo asfalto.
"Sei pronto, svegliati ora, amore"
Gli strinse la mano destra sempre più, fino a farlo rendere conto di quanto lei fosse lì, affianco a lui, vera nella sua inconsistenza.
Stiles fece incastrare alla perfezione quelle dita, rivivendo tutti i momenti in cui sua madre l'aveva preso per mano. Strinse, più forte che potè e delicatamente al tempo stesso, realizzando solo in quel momento che era viva: nella sua mente lei lo era.
"Non ti ho mai lasciato, bambino mio, non ti ho mai lasciato"
Cadde su di lui, delicatamente, avvolgendolo della cosa che più gli era mancata: il suo abbraccio.
"Sei pronto, Stiles, svegliati. Svegliati bambino mio"
Strinse le braccia sul suo corpo, facendosi stringere un'altra volta, un'ultima volta.
"Svegliati, bambino mio"
Gli diede un bacio sulla fronte.
"Sei il mio capolavoro, non dimenticarlo mai" ripeté quel gesto.
Poi un ultimo sguardo, un ultimo sguardo al suo unico figlio, alla sua ragione di vita.
"Torna da lui, bambino mio" gli sussurrò, prima di lasciarlo andare. Lo vide svanire fra le sue braccia, così come Stiles nello stesso istante vide Derek apparire nelle sue.
Era lì con lui.
"Stiles, Stiles svegliati. È tutto finito piccolo, era solo un incubo"
Lo teneva stretto a sè, cullandolo contro il suo petto, proteggendolo da ciò la sua stessa mente aveva appena creato.
"Stiles, svegliati, sono qui"
Lo scrollava dolcemente, lasciando che tornasse gradualmente alla realtà, abbandonando gradualmente quel sogno. Era sudato, stanco, angosciato.
"Sono qui con te, sono qui"
Fu allora che Stiles si rese conto che era stato il peggior incubo della sua vita e il miglior sogno al tempo stesso.
"D-Derek" disse senza voce.
"È tutto finito, è tutto finito piccolo"
"Sei qui con me?"
"Sarò sempre con te"
"Non te ne andrai mai?"
"Mai"
Lo tenne stretto a sè, cullandolo contro il suo petto, lasciando che gradualmente tornasse alla realtà, che tornasse a lui.
Negli occhi di Stiles era tutto così vivido che fece fatica a guardare Derek senza vedere quell'immagine.
Lo fissava intensamente, lasciando che l'altro lo facesse sognare ad occhi aperti.
Era lì, con lui, vivo.
Nella sua mente risuonarono le parole di sua madre, impalpabili e concrete allo stesso tempo.
"Sei il mio capolavoro, non dimenticarlo mai"
Lo era, lo era davvero.
Si lasciò cullare dalle note che Derek suonò abbracciandolo, dalle note che sua madre aveva suonato dicendogli quella frase, la sua melodia preferita.
Si lasciò cullare da quell'incubo diventato sogno e poi realtà.
Il filo rosso sangue più denso e forte che mai, quelle braccia che più di sempre lo stavano reggendo, proteggendo, da sè stesso innanzitutto.
"È tutto finito piccolo" disse Derek dopo qualche minuto.
"Questa è la chiusura che determina l'inizio, lo sai?"
"L'inizio di cosa?"
"Di me e te"

"Il Coraggio Di Amare", di Stiles Stilinski #Wattys2017Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora