Capitolo 84

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"Beh, non posso non dire che vi rispecchiano perfettamente" dissi mentre il mio lupo argenteo correva fra gli studenti.

Due giorni dopo, eravamo ancora nella Stanza delle Necessità e stavamo riprovando l'Incanto Patronus.

Inutile dire che questa volta molti altri erano riusciti ad evocarne uno.

Fra questi Fred e George, che osservavano ridendo i loro Patroni, che avevano assunto la forma di iene.

"Ma il lupo è molto più figo!" protestò George con un sorriso.

"Lo so" ribattei io.

Poco più in là Hermione era alle prese con la sua lontra che le stava saltellando attorno.

Dalla punta di Matt invece era uscito un grosso pastore tedesco.

All'improvviso, la porta della Stanza delle Necessita si aprì e si richiuse.

I ragazzi più vicini alla porta erano ammutoliti.

Mi voltai con un brutto presentimento verso Harry. Fra le persone attorno a lui, apparve la figura di Dobby, con tanto di otto berretti di lana sulla testa.

Dobby raggiunse Harry e lo tirò per la veste.

"Ciao, Dobby!" disse lui. "Che cosa fai... Cosa succede?"

L'elfo aveva gli occhi sbarrati e tremava da capo a piedi.

I pochi Patroni che erano riusciti a evocare svanirono in una nebbiolina perlacea, lasciando la stanza molto più buia di prima.

"Harry Potter, signore..." squittì l'elfo, senza smettere di tremare. "Harry Potter, signore... Dobby viene per avvertire... ma gli elfi domestici non possono parlare..."

Si lanciò a capofitto contro il muro.

Harry, evidentemente abituato alle autopunizioni di Dobby, fece per agguantarlo, ma l'urto fu attutito dagli otto berretti e l'elfo si limitò a rimbalzare sulla pietra.

Hermione e qualche altra ragazza emisero strilli di paura e compassione.

"Cos'è successo, Dobby?" chiese Harry, afferrandolo per un braccio sottile, per tenerlo alla larga da qualunque cosa potesse fargli del male.

"Harry Potter... lei... lei...."

Il mio cuore perde un battito.

Istintivamente allungai la mano e strinsi il braccio di George, temendo quello che Dobby ci avrebbe detto.

Dobby si colpi con il pugno libero, e Harry si affrettò a bloccargli anche l'altro braccio.

"Chi è lei, Dobby?"

L'elio lo fissò strabuzzando gli occhi e mosse le labbra senza emettere suono.

"La Umbridge?" sussurrò Harry inorridito.

La mia presa su George si serrò ancora più forte.

Era finita. Eravamo spacciati...

Dobby annui, e subito tentò di sbattergli la testa sulle ginocchia, ma con pari prontezza Harry tese le braccia per tenerlo a distanza.

"La Umbridge che cosa? Dobby... non avrà per caso scoperto di noi... dell'ES?"

Dobby in risposta cercò di prendersi a calci e cadde sulle ginocchia.

"Sta venendo qui?" chiese piano Harry.

"Si, Harry Potter, si!"

Harry si raddrizzò di scatto.

Posso fidarmi di te? ||aharrypotterstory||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora