Capitolo 49

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"Dovremmo andare" disse George dopo qualche minuto di silenzio.

Annuii lentamente.

Sempre in silenzio, ripercorremmo il passaggio al contrario.

Era un silenzio piuttosto imbarazzante, ma almeno mi dava modo di pensare.

Subito alla mente mi balzò la conversazione avuta nel pianerottolo del dormitorio maschile.

"Ti ha fatto qualcosa?" aveva chiesto.

Aveva pensato subito a me, non a Katie...

'Beh, dopo tutto quello che ti ha fatto, qualsiasi persona crederebbe che tu sia la prima vittima plausibile' disse una voce nella mia testa.

'Si, ma lui non è una persona qualsiasi...'

Improvvisamente George si fermò.

Alzai gli occhi e notai che eravamo arrivati alla fine del tunnel.

Si era fatto da parte per farmi passare per prima.

Mi arrampicai su per la gobba della statua e fui subito sollevata nel sentire l'aria leggermente più calda.

George mi seguì velocemente e chiuse il passaggio.

Cominciò a camminare velocemente verso la Sala Comune.

'Ma certo, deve correre subito da lei'

Io facevo fatica a stargli dietro.

Le sue gambe erano molto più lunghe delle mie.

Nella mia mente passò il ricordo di quando dovevo mettermi sulla punta dei piedi per baciarlo...

Lo scacciai via con violenza.

Cercai di non pensare per il resto del percorso.

Non appena arrivammo nel corridoio dove c'era il ritratto della Signora Grassa un'improvvisa sonnolenza mi avvolse.

Le gambe erano indolenzite per la fatica di stare dietro a George e comunque l'effetto dello Schiantesimo di Fred non era ancora svanito del tutto.

"Merda" sussurrò George non appena svoltammo l'angolo.

Alzai lo sguardo verso il ritratto e con orrore vidi che si stava aprendo.

Non avevamo controllato la Mappa del Malandrino.

Rimasi ferma, troppo scandalizzata per muovermi.

Per fortuna George mantenne il senno e presto, si affrettò a prendermi per il braccio e a portarmi dietro un'armatura.

George mi immobilizzò completamente, cercando di riuscire a nasconderci entrambi alla vista.

Una sua mano corse alla pancia, spiattellandomi contro di lui e l'altra invece si posò sulla mia bocca.

Avevo il fiatone per la fatica appena compiuta e non riuscivo a non respirare rumorosamente.

Il rumore dei tacchi della McGranitt rimbombò nel corridoio.

Il mio cuore stava battendo fortissimo.

Posso fidarmi di te? ||aharrypotterstory||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora