Capitolo 80

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Quando abbassai incredula lo sguardo, sul mio bellissimo maglione bianco, notai subito un'enorme macchia marrone.

"Caffè?" fece Madison, con una voce spaventosamente simile a quella della Umbridge.

Presi un profondo respiro, per evitare che la mia mano si abbattesse sul suo volto come l'anno precedente prima della lezione di Difesa Contro le Arti Oscure.

Ma non ce la feci a trattenermi del tutto.

"Ma sei fuori di testa?" sbottai, cercando di non urlare visto il luogo in cui eravamo.

"Ma insomma, signorina!" intanto la commessa stava rimproverando Madison. "Le sembra il modo?"

Madison però sorrideva raggiante, guardandomi con odio.

"Tu, piccola sporca lurida formica insignificante..."

"Noi ce ne andiamo..." disse intanto George, posandomi una mano sulla spalla.

Sentivo che anche la sua voce era controllata, per evitare che esplodesse contro Madison.

"Mi dispiace, non l'ho fatto apposta!" fece Madison con voce acuta.

La mia mano si alzò involontariamente, ma una presa sul mio posto mi impedì di sferrare lo schiaffo.

Sentii prendermi di peso per la vita e mi sentii sollevare.

Non diversamente da come aveva fatto Fred l'anno prima, quando avevo rischiato di fare a botte con Rachel Portman.

Uscimmo dal Calderone Incantato, ma George non mi posò ancora a terra.

Mi trascinò in per una stradina secondaria, portandomi in uno dei campi fuori da Hogsmeade.

Solo quando, con stupore, mi resi conto che ci aveva portati davanti alla Stamberga Strillante, mi mise giù.

"George!" sbottai. "Devo ucciderla. Qui e adesso. Era il mio maglione preferito!"

"Vuoi che ti siano proibite la uscite ad Hogsmeade?" ribatté lui posandomi le mani sulle spalle come per calmarmi. "Lo sai che lei è capace di andare dalla Umbridge e dirle che l'hai aggredita"

"Ma non m'interessa adesso, George!" sbottai io. "Voglio solamente farle un occhio nero!"

"Vieni, sediamoci" disse però George, senza ascoltare i miei continui insulti verso Madison.

Mi portò su una panchina, sotto ad un grande sempreverde.

"Martina" disse interrompendomi ancora una volta. "Calmati adesso. Prendi un respiro profondo... così.. ecco"

Feci come mi aveva detto, cercando di calmarmi e svuotarmi la mente.

"Tu non mi hai mai difesa davanti a lei" dissi d'un tratto, senza capire il perché lo avessi detto.

"Ma cosa stai dicendo?" disse senza capire infondo in fondo.

"Quando ha messo i Vermicoli nel letto di Katie, volevi andare a tutti i costi a parlarle, ma l'anno scorso, quando mi ha fatto un occhio nero o quando mi ha schiantato, non hai alzato un dito contro di lei"

"Non è vero" disse dopo un po' di silenzio. "Il fatto che tu non lo abbia mai saputo, non vuol dire che io non l'ho mai fatto"

Li guardai, invitandolo ad andare avanti.

"Non credi che tutte le volte che ti ha fatto qualcosa io non gli abbia urlato contro? Prima con gli Schiantesimi poi con l'occhio nero. E poi ancora con la spalla slogata? L'ho sempre fatto. E quando dico sempre, è sempre"

Posso fidarmi di te? ||aharrypotterstory||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora