Dopo l'ansiosa chiamata di Marvin, una pattuglia si era presentata all'indirizzo di Alexa Olsen e aveva suonato al citofono della sua villa cinque volte senza ottenere risposta. Gli agenti Evans e Reynolds non avevano un mandato ma erano intervenuti ugualmente, oltrepassando l'alta cancellata in ferro, percorrendo il sentiero di mattoncini e bussando alla porta in metallo. Evans aveva dichiarato a voce alta le loro credenziali ma di nuovo nessuno aveva risposto. L'interno della villa appariva buio, le finestre erano chiuse e coperte da pesanti tende.
Evans e Reynolds avevano fatto il giro della proprietà. Sembrava blindata e chiusa da mesi. Stavano per tornare in centrale a mani vuote quando avevano intravisto un movimento al piano superiore. La tenda si era mossa, qualcuno li stava spiando. Reynolds aveva gridato ancora una volta la sua identità, chiedendo di poter entrare in casa per controllare che fosse tutto apposto. Nessun segno di vita.
Evans sarebbe volentieri tornato a casa ma Reynolds si era intestardito. Gli aveva detto di tornare all'auto di pattuglia ed era rimasto davanti alla porta principale, dicendo che non si sarebbe mosso da lì finché non lo avesse aperto. Intanto, aveva detto, avrebbe aspettato il mandato per fare irruzione e non poteva garantire per la salvezza dei mobili.
Dopo qualche minuto alla porta si era udito il suono di numerosi catenacci che venivano tolsi e l'uscio si era socchiuso leggermente. La luce lunare era entrata di un passo dentro la casa, troppo poco per vederci qualcosa. Con una mano sulla fondina, Reynolds aveva fatto un passo in avanti, spalancando la porta.
Non riusciva a vedere niente. Aveva chiesto se si potesse accendere una luce ma nessuno aveva fiatato. Era come se i chiavistelli si fossero aperti da soli. Forse l'ora tarda e il bicchierino che si era fatto di nascosto poco prima gli stavano giocando qualche brutto scherzo.
Si era sfilato la torcia dalla cintura e aveva puntato il fascio luminoso davanti a sé. Un atrio arredato con gusti molto costosi aveva fatto mostra di sé, ma nessun'anima. Reynolds conosceva bene il trucchetto del nascondersi dietro la porta e si era spostato lateralmente, una mano calata sulla pistola. Ma non c'era nessuno dietro l'uscio.
Mentre osservava Evans spostarsi dalla macchina e corrergli incontro, aveva sentito un fruscio alle sue spalle. Si era voltato ed era riuscito appena in tempo a parare il gigantesco vaso orientale che una donna stava per calargli sulla testa. La ceramica si era infranta sul suo braccio, sfregiandogli la divisa. Reynolds aveva scosso via i cocci e afferrato la donna, appiattendola contro il muro. Evans era arrivato subito chiedendo se dovesse chiamare i rinforzi.
La donna, dopo quel primo assalto, era rimasta totalmente immobile e muta, come dimentica di ciò che aveva appena fatto. Evans aveva acceso le luci e così Reynolds l'aveva vista; il viso tumefatto, i tagli sanguigni e recenti sulle braccia... Aveva fatto un passo indietro per la costernazione, permettendole di scattare verso la porta, ma Evans l'aveva afferrata per le braccia coperte di lividi, strappandole il primo gemito di dolore. Reynolds gli aveva ordinato di lasciarla, chiudendo la porta. Aveva messo via torcia e pistola, calmato la donna e convinta che erano i buoni.
E Alexa Olsen era scoppiata a piangere.
Ora l'agente Reynolds era in ospedale con lei, per assicurarsi che non scappasse e garantirle la protezione di cui aveva bisogno. L'agente Evans e l'agente Starky avevano portato Marvin in centrale, senza dire una parola di troppo a Theodore Spencer – la bellezza del segreto professionale durante le indagini!
Ora, seduto sulla sua sedia a rotelle, bianco in viso dopo aver ascoltato quello che era successo alla sua amica, Marvin sorseggiava una cioccolata calda presa dalla macchinetta, troppo pensieroso per far caso al sapore disgustoso.
«Potrò vederla?» fu la prima cosa che chiese quando aprì bocca dopo un lungo silenzio.
«Saranno i medici a dirlo» rispose Evans, seduto accanto a lui.
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Generations - Vol 2
أدب نسائيSecondo romanzo della serie "Generations" (INDISPENSABILE LEGGERE IL PRIMO) Sono trascorsi cinque anni dalla fine del primo libro. La terapia di Heather finalmente è conclusa ma lei non è più la stessa donna di prima: per qualche motivo rifiuta di r...