Assurdo che il giorno del suo compleanno, un giorno che avrebbe dovuto essere di festa, torte e regali, coincidesse con la riapertura delle scuole dopo le vacanze estive.
Assurdo e ingiusto. Ma quell'anno aveva più motivi del solito per tenere il broncio in auto mentre Alexa lo portava a scuola. Quell'anno sarebbe stato totalmente diverso, e non solo perché non c'era più zia Pearl che lo iscriveva in prestigiosi istituti privati dai quali non poteva mai allontanarsi se non per qualche mese d'estate. Non solo perché era in una città completamente nuova e diversa da Los Angeles. Non solo perché non conosceva nessuno.
Lui sarebbe stato la "novità" della scuola. Quello diverso, quello da trattare con i guanti, quello verso cui essere indulgenti e pazienti per via della sua disabilità.
Dopo il suo ennesimo sbuffo rivolto al riflesso imbronciato, Alexa sorrise. «Non essere nervoso. Secondo me ti divertirai. Oggi. Da domani inizieranno subito a tempestarti di verifiche e interrogazioni, vedrai. Ti potrò dare una mano coi compiti, ma fino a un certo punto. Mi piacerà rispolverare un po' di matematica e chimica, ma non chiedermi di scrivere temi o di aiutarti con storia, sono sempre stati il mio tallone d'Achille.»
Il suo tentativo di risollevargli l'umore fallì miseramente.
Marvin restò voltato verso la portiera. Non voleva darle l'impressione di avercela con lei, perché non era così. Quella mattina era semplicemente arrabbiato col mondo. Si potevano avere giornate nere o era un crimine?!
«Eddai, sembra che ti sto portando al patibolo. Non ti piace la scuola?»
«A nessuno piace.»
«Neanch'io ne andavo matta, eppure ho passato più tempo a studiare che a lavorare. Quasi. L'impressione è quella.»
«Ti manca fare l'infermiera?» Marv non aveva mai pensato che Alexa potesse volere una vita diversa da quella, che potesse desiderare di tornare dentro un grande ospedale, avere una casa sua, senza essere costretta a stare sotto lo stesso tetto di un invalido e di un uomo burbero e glaciale.
I rapporti tra Alexa e suo padre erano più strani che mai, da quella sera del compleanno di Alease. Marvin non riusciva a capire perché suo padre si ostinasse dietro a quella stupida. Alexa era molto più carina e soprattutto intelligente di Alease. Era simpatica e il suo sorriso era uno dei più belli che Marv avesse mai visto. Eppure suo padre sembrava totalmente immune al suo modesto fascino, come se si fosse costruito appositamente un'armatura anti-Alexa per tenerla lontana. Lui voleva disperatamente riavere Alease, la donna che lo aveva buttato in prigione e qualche mese dopo già lo aveva rimpiazzato con lo stesso uomo con cui si era fidanzata davanti agli occhi impotenti di suo padre...
La odiava per il male che gli stava causando, ancor più del male che aveva già causato in passato ad entrambi. Non si meritava suo padre. Ma Alexa...
Cos'avrebbe fatto se se ne fosse andata? Se si fosse stufata della cattiveria di papà? Gli sarebbe mancata da morire...
Ma la donna arruffò le ciglia esibendo un sorriso storto. «Perché, cosa faccio con te?»
Marvin trattenne un respiro di sollievo. Il pericolo di una separazione non era imminente ma doveva parlare con suo padre, doveva convincerlo ad essere un po' più gentile con Alexa. Non poteva pretendere che si innamorassero e sposassero, ma suo papà non doveva trattarla come una serva di cui avrebbe voluto fare a meno. Ovvio che lei si scurisse sempre in viso quando lo vedeva approssimarsi e si irrigidisse quando le rivolgeva la parola.
Finalmente arrivarono alla scuola e Alexa parcheggiò. Marvin spiò ragazzi della sua età smontare con agilità, addirittura aprire e chiudere le portiere con un calcio, e sentì le guance scaldarsi.
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Generations - Vol 2
Chick-LitSecondo romanzo della serie "Generations" (INDISPENSABILE LEGGERE IL PRIMO) Sono trascorsi cinque anni dalla fine del primo libro. La terapia di Heather finalmente è conclusa ma lei non è più la stessa donna di prima: per qualche motivo rifiuta di r...