49. DREW HA 22 ANNI

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Non lo vedeva più con gli stessi occhi. Da quando Pete era tornato a stare da loro, da quando sua madre se ne andava in giro con quel solitario al dito, da quando Drew aveva capito che, forse, non era colpa di Alease se tutto era andato a rotoli e Pete aveva passato una settimana in albergo, anche il loro rapporto era cambiato.

Le battute che un tempo lo facevano ridere ora ottenevano solo una fredda occhiata dall'altra parte del tavolo. Quando Pete gli propose di passare una serata tra soli uomini, Drew gli rispose con uno sprezzante "ho altri impegni".

L'uomo sembrava accusare bene ogni colpo. Il suo sorriso non vacillava, la sua volontà di riconquistare l'affetto del ragazzo non si piegava. Ma Drew faceva fatica a perdonarlo per quello che aveva fatto a sua madre.

Alla fine era stata Becca a parlargliene. Lei e Alease sembravano diventate molto intime con quella storia del romanzo. Drew ne era felice. A parte Taylor, sua madre non aveva amici. E, parafrasando le stesse parole che gli aveva rivolto lei qualche settimana prima, non poteva scegliere ragazza migliore di Becca in cui riporre la sua fiducia.

Gli aveva detto di come Pete aveva sparlato di sua madre con Lacy, del flirt che c'era stato tra loro due e, lei ne era sicura, doveva esserci dell'altro sotto. Drew aveva sperimentato sulla propria pelle la malizia della nuova arrivata, il suo fascino seduttivo. Immaginava che fosse capace di portare via l'uomo a sua madre. O almeno che ci tentasse. Pete avrebbe dovuto resistere, sarebbe stata una prova da superare, non da fallire.

Eppure sua madre gli dava un'altra chance. Cos'aspettava, che si consumasse il tradimento sotto i suoi stessi occhi? Doveva arrivare a quello, a farsi frantumare il cuore in coriandoli prima di cancellarlo dalla sua vita e fare come Taylor, che non aveva bisogno di uomini che la comandassero per essere felice?

Lo disse anche a Becca quella sera, mentre mangiavano dei toast seduti su una panchina al parco. Drew non ce la faceva più a intrattenersi amichevolmente con Pete e sua madre, non dopo tutto quello che aveva scoperto. E non capiva con che occhi sua madre potesse guardare Lacy, che svolazzava leggera come l'aria per casa, nei suoi vestitini trasparenti e shorts aderenti, sapendo quello di cui era stata capace.

E casa Blake era un po' troppo affollata per un ulteriore ospite a cena. Becca aveva parlato di un trasferimento in una casa più grande ma ancora non erano riusciti a trovare qualcosa di soddisfacente e di abbastanza economico.

«Taylor mi sembra una donna forte» commentò Becca a bocca piena, senza curarsi di apparire rozza o maleducata. Non c'erano più quelle barriere tra loro. «Ha dimostrato di sapersela cavare egregiamente da sola, e con una figlia. Non è da tutti. Ma tua madre ha una tempra diversa. Mi ha detto che la sua paura più grande è di stare da sola. Un giorno tu te ne andrai, vivrai la tua vita. E se lei non avrà Pete, se non avrà un uomo, con chi starà?»

«Non può sposare Pete solo per questo motivo.»

«Ma penso sia la ragione principale. Ha provato a stare senza di lui, per un po' ce l'ha fatta perché aveva te e Taylor. Ma una separazione definitiva la spaventa.»

Drew grugnì, infastidito dalla logica ferrea delle sue parole. «Io in quella casa non ce la faccio più a stare. Con Lacy, con Pete... Sembra un teatrino dell'assurdo, tutti educati e cortesi per non far scoppiare la bomba. Ma prima o poi esploderà e io non voglio esserci.»

«Devi esserci. Per tua madre.»

«Senti, le voglio bene ma non posso lasciare che le sue decisioni sbagliate colpiscano la mia vita.»

«Oh andiamo! Di cosa ti lamenti? Pete non si è mai comportato male con te, o sbaglio?»

Drew finì di mangiare in silenzio e poi bevve un lungo sorso di birra. «La nonna di Owen è stata ricoverata in ospedale per un infarto, l'altro giorno. Ci ha fatto pensare.»

Generations - Vol 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora