51. ALEASE HA 40 ANNI

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Il suo albero di Natale era stato pieno di regali quell'anno, ma nessuno l'aveva commossa fino alle lacrime quanto quello di suo figlio.

Nient'altro che il depliant di una spa in mezzo alle montagne innevate. In alto, scritto a penna nella calligrafia spigolosa di Drew: "27-29 dicembre."

Alease aveva sgranato gli occhi e guardato in direzione del ragazzo come in cerca di una conferma e lui aveva annuito. Lei gli era balzata addosso, abbracciandolo stretto e lasciandosi andare a un pianto di gioia.

Erano già stati in quella spa in estate, ma solamente un giorno perché Drew aveva sottovalutato il costo. Era stato un giorno intenso, tra sauna, terme, buffet di lusso, massaggi e lezioni di yoga. Erano partiti la mattina presto, solo lei e Drew - lui aveva insistito per guidare, dicendo che lei doveva solamente rilassarsi e svuotare la mente - ed erano tornati a mezzanotte passata. Alease si era sentita ringiovanita e piena di forze. Aveva ritrovato il sorriso e l'aveva anche aiutata a passare il brutto momento che stava vivendo con Pete.

Nonostante si fosse messa il suo anello al dito non aveva realmente accettato di sposarlo, o almeno così la vedeva lei. Non ne avevano più discusso, quindi era difficile capire cosa lui si aspettasse dalla loro relazione. Alease gli aveva semplicemente dato una seconda chance, una possibilità di lasciarsi alle spalle tutto quello che era successo e di ricominciare insieme.

Ma fino a quel viaggetto in montagna non era riuscita a scollarsi di dosso l'inquietudine di aver commesso un enorme sbaglio. Continuava a rivedere l'espressione di Curt che lasciava il ristorante, il disprezzo con cui aveva gettato i soldi sopra la scatolina vuota dell'anello.

Lo aveva perso, lo sentiva e, anche se non avrebbe dovuto importarle, ci stava male. Troppo male perché continuasse a ripetersi che lo aveva superato, che Curt non era più nulla per lei. Si consolava col pensiero che si fosse trovato una ragazza, che anche lui fosse andato avanti. Forse c'era la concreta possibilità che un giorno avrebbero potuto sorridersi per strada senza pensare a quello che era stato. Forse sarebbe riuscita a ristabilire un rapporto con Marvin senza affrontare le occhiate lugubri e giudicanti del padre.

Erano passati mesi ma il suo miracolo di Natale non era avvenuto. Aveva incaricato Drew di consegnare a Marvin il suo regalo e il figlio le aveva riferito che aveva ringraziato solamente lui, senza menzionare la madre anche se il videogioco di Spiderman era stato regalato da entrambi.

Ora, mentre teneva gli occhi chiusi nella sauna, rabbrividendo per il piacevole tepore che le scaldava la pelle, ripensò alla cena di Natale. Gli ospiti erano gli stessi del suo compleanno meno Curt, ovviamente. C'era una bella atmosfera, tutti che ridevano e scherzavano e mangiavano facendo onore ai piatti preparati con fatica e amore da Alease e Pete.

Sì, l'aveva aiutata ed era stato un aiuto prezioso. Eccetto per le volte che si fermava ad ammirarla e la prendeva per i fianchi e cominciava a baciarle il collo e cercava di convincerla a mollare tutto lì e andare in camera da letto... Divagazioni sentimentali che le allargavano il cuore.

Era stato forse il più bel Natale di tutta la sua vita. Tranquillo, familiare, piacevole. A prescindere da quello che il futuro le avrebbe riservato, lo avrebbe sempre ricordato con gioia.

Il regalo di Drew era stato la ciliegina sulla torta.

«Ti sei trovata tanto bene l'altra volta che ho deciso di prenotare di nuovo, e per più di un giorno» le aveva detto.

Drew era cambiato e Alease sapeva che era tutto merito della sua amicizia con Becca. Quella ragazza era speciale. Era riuscita a sconfiggere i suoi demoni facendola parlare di padre Josh, della sua difficile gioventù, della sua relazione problematica con Curt e Pete. Era stato come sdraiarsi sul lettino di uno psicoterapeuta e lasciarsi purificare dalle scorie che l'avevano marchiata negli anni. Si era rialzata più leggera, più tranquilla.

Generations - Vol 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora