Alease arrivò alla trattoria in orario, sperando che anche Becca facesse lo stesso. Non che avesse fame o non vedesse l'ora di sedersi al tavolo, ma aveva bisogno di qualcuno con cui parlare e al momento l'unica opzione era quella ragazza.
Aveva passato la giornata ascoltando le registrazioni dell'intervista che lei le aveva procurato ed era più confusa che mai. Non c'erano stati altri schiocchi nella testa ma era come se ogni pezzo stesse lentamente e dolorosamente andando al posto giusto. E non era sicura di volerlo. Forse, si era detta addirittura, c'era un motivo se aveva scordato quegli anni della sua vita. Da quanto le aveva detto Pete la sua amnesia cominciava da prima del presunto stupro di zio Josh. Il primo evento traumatico della sua vita. E forse, aveva pensato, poco prima di sbattere la testa ce n'era stato un altro. Un altro trauma, un altro evento da dimenticare. Il suo organismo aveva attivato un meccanismo di autodifesa per proteggerla dalle cose brutte. Perché doveva tirarle fuori a tutti i costi? Perché non poteva semplicemente andare avanti come se fosse una persona nuova?
Perché Drew le ricordava che aveva avuto un figlio.
Perché quell'anello sepolto nel comodino non le dava tregua.
Perché aveva sentito la propria voce raccontare quello che aveva subito nei ventitré anni che aveva scordato e pensava che niente e nessuno avesse il diritto di toglierle ciò che l'aveva resa quello che era. Il dolore l'aveva forgiata. Se davvero voleva mettere una pietra sul passato, doveva sapere cos'era realmente accaduto.
E la chiave di tutti i misteri era Curt Harris. Solo lui era stato capace di scatenare un flusso di ricordi che l'aveva tenuta sveglia tutta la notte. Doveva capire chi era lui per scoprire chi era stata lei.
Aspettava impaziente davanti all'entrata, battendo il piede sull'asfalto. Poi vide quell'uomo venirle incontro. Era vestito casual, jeans grigi al ginocchio e maglietta nera, eppure le diede il batticuore come se l'avesse visto nudo o in smoking.
Le arrivò proprio davanti. Nessun dubbio che fosse lì per lei.
«Cosa ci fai tu qui?» sussurrò Alease, i denti che battevano nonostante il calore serale.
«Becca» rispose lui.
In una parola, Alease capì che la sua amica l'aveva ingannata.
Indietreggiò ma non riuscì a tornare alla macchina. Le lunghe dita sottili di lui le avvolsero il polso, con fermezza.
Si girò, incastrando gli occhi in quelli di ghiaccio di lui.
«Per favore» insisté Curt. «Parliamo.»
Lei deglutì, esitò, ma finì per seguirlo dentro la trattoria. Si fecero dare un tavolo e, dopo aver ordinato, Curt andò dritto al punto: «Ieri sera, nella giostra. Cos'è successo? Ti sei ricordata?»
Il suo tono non era dolce e riguardoso come quello di Pete quando affrontava argomenti spinosi. Curt parlava a scatti, serrando la mascella, gli occhi lampeggianti. Quest'uomo sembra sempre arrabbiato con qualcuno.
Non voleva dargli soddisfazione. Non gli doveva nulla. Perciò rispose, fingendo una tranquillità che non provava: «Ho ricordato quello che ho letto nella mia biografia. Mi sono fatta suggestionare, tutto qui.»
Curt ebbe un'espressione strana, che scomparve subito. «Non è affiorato ancora nulla? Su Drew, su Pete...»
Su di te, completò lei. In fondo a te importa solo sapere se mi ricordo di "noi". «Certo. Ricordo molte cose della mia vita con Pete.»
La stoccata non ebbe effetto, perché lui le rispose per le rime. «Anche quanto ti rendeva infelice?»
«Non avrei accettato di sposarlo se fosse come dici tu.»
STAI LEGGENDO
Generations - Vol 2
ЧиклитSecondo romanzo della serie "Generations" (INDISPENSABILE LEGGERE IL PRIMO) Sono trascorsi cinque anni dalla fine del primo libro. La terapia di Heather finalmente è conclusa ma lei non è più la stessa donna di prima: per qualche motivo rifiuta di r...