Sentì il suo respiro regolarizzarsi e solo allora sgusciò via dal braccio con cui l'aveva imprigionata, mise le scarpe e uscì dalla camera da letto. Scese le scale al buio, affidandosi alla sua capacità di vedere estremamente bene senza luci per non svegliare nessuno. Afferrò un cappotto a caso dall'attaccapanni - di Alice, ne riconobbe il profumo pungente - e uscì di casa, accendendosi subito una sigaretta e aspirando a pieni polmoni.
Dio che serata. Era da tempo che non si trovava tanto bene con qualcuno. Ricordava certi pomeriggi a casa di Hulk, dopo scuola. Ricordava sua madre che li accoglieva con un sorriso e il grembiule giallo sporco di sugo, la tavola preparata con la tovaglia e le salviette e i bicchieri colorati. Roz sceglieva sempre quello rosso per sé. Era un colore che adorava, così vitale, sanguigno. Alle feste vestiva sempre di rosso, riteneva che donasse di più a lei, alla sua pelle scura, piuttosto che alle conigliette bianche; loro finivano sempre per somigliare a delle vampire con carenza di vitamina D.
Ma i pomeriggi dopo scuola da Hulk erano finiti. Mentre i loro compagni di classe uscivano precipitosi dopo l'ultima campanella, Roz e Hulk avanzavano con passo dinoccolato, fumando le loro canne e discutendo dei problemi del mondo. E poi lui: «Disco, stasera?» E lei: «Vabbè.»
Non pensavano al domani, di certo non pensavano a una carriera. Vivevano alla giornata, non si preoccupavano del denaro. O meglio, Hulk non si preoccupava. Aveva una famiglia ricca alle spalle. Beh, non proprio ricca, però era figlio unico e i suoi genitori lo avevano abituato ad avere qualsiasi cosa chiedesse.
Lei invece fingeva di non preoccuparsi ma i soldi erano un chiodo fisso. Si alzava la mattina chiedendosi se avrebbe trovato il denaro per fare colazione. Girava per le strade domandandosi se quel negozio di abbigliamento fosse abbastanza sorvegliato o se potesse procurarsi un nuovo paio di jeans senza dare nell'occhio. Non era una cleptomane: rubava quello che le era indispensabile. Non era ancora entrata nell'ottica di trovarsi un lavoro serio. Lei voleva diventare una star di Hollywood. Fingersi cento persone diverse. Era quello che faceva nella vita vera. Mentire per lei era come respirare.
Poi avevano avuto l'idea di recitare per strada. O meglio, lei recitava con perfetti sconosciuti che le davano della matta e Hulk riprendeva con la videocamera. Erano stati mesi intensi e Roz si era divertita come non mai. Poi c'era stata quella proposta del regista Coleman e lei aveva pensato fosse la sua grande chance. Invece era solo un porco cazzone che cercava di entrarle nelle mutande. Fortuna che aveva tenuto acceso il registratore del telefono e l'aveva incastrato. Aveva capito da alcune sue espressioni, dai suoi sorrisi, dal luccichio negli occhi quando le aveva stretto la mano, che non c'era da fidarsi. Lui l'aveva invitata a casa sua "per parlare" e lei c'era andata, aveva finto entusiasmo e guance rosse di emozione, ma non era una fighetta sprovveduta, sapeva cosa sarebbe successo.
Lo aveva incastrato, ma prima di tirare fuori la sua arma vincente aveva voluto fare un esperimento. Cosa fa la gente normale quando viene fottuta? Si rivolge a un avvocato. Lei aveva fatto lo stesso e aveva sbattuto contro un muro. Si era convinta di non appartenere alla gente "normale", cosa che sospettava da un pezzo. Quindi aveva fatto quello che avrebbe fatto fin dall'inizio. Aveva ricattato Coleman e lui si era affrettato a pagare il suo silenzio. Fine della storia. Roz si trovava con un bel gruzzoletto in tasca senza aver dovuto spaccarsi la schiena in fabbrica o aprire le gambe come faceva sua madre.
E mentre pensava che avrebbe potuto fottere la gente per denaro - che so, farsi pagare dalle fidanzate per mettere alla prova i fidanzati, quello sarebbe stato divertente, si vedevano tanti video su Youtube - era spuntato Jamison. Così dolce, carino, innocente. Con le sue giacche costose e gli abiti firmati e il Rolex e il tablet di ultima generazione. Col padre avvocato e la casa enorme e i suoi studi di legge. Roz aveva saputo subito che sarebbe stata la soluzione perfetta. Farsi mantenere da un fesso finché non fosse diventata una star.
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Generations - Vol 2
ЧиклитSecondo romanzo della serie "Generations" (INDISPENSABILE LEGGERE IL PRIMO) Sono trascorsi cinque anni dalla fine del primo libro. La terapia di Heather finalmente è conclusa ma lei non è più la stessa donna di prima: per qualche motivo rifiuta di r...