43. ALEXA HA 37 ANNI

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Il suono del campanello la fece sobbalzare sul divano e spandere il bicchiere di limonata che si stava portando alle labbra. Era talmente assorta nel film horror che aveva scelto dalla collezione di Curt e Marvin da essersi completamente scordata della pizza.

Camminò a piedi nudi sul legno scuro e sui tappeti a disegno geometrico sparsi qua e là. Prima di aprire la porta controllò nello spioncino, come le aveva insegnato Curt. La zazzera scompigliata del ragazzo delle pizze la rassicurò e aprì la porta.

«La signora Olsen?»

«Sì.»

«Una pizza con salamino piccante.»

Alexa pagò e il ragazzo si allontanò. Fece per chiudere la porta ma qualcosa attrasse la sua attenzione.

Un'auto era ferma proprio davanti alla casa. C'era qualcuno seduto al posto del guidatore; vedeva il riflesso dei suoi occhiali da sole.

Alexa posò la pizza sul pavimento, incrociò le braccia e rimase lì, le labbra corrugate.

Dopo qualche istante, l'uomo scese dalla macchina e venne verso di lei, che istintivamente indietreggiò e socchiuse la porta davanti a sé, lasciando solo uno spiraglio per tenerlo d'occhio.

«Pensavo di averle detto di lasciarmi in pace» fu la prima cosa che gli disse.

Reynolds si arrestò immediatamente a un metro dalla soglia. «Allora ho frainteso il suo invito ad avvicinarmi. Mi scuso.»

Fece per allontanarsi di nuovo, e questo le diede il coraggio di chiedergli: «Cosa sta facendo?»

«La tengo d'occhio, dato che Harris non può farlo.»

Ovviamente sa che Curt e Marvin se ne sono andati, lasciandomi sola. Da quanto tempo mi osserva senza che io me ne sia resa conto?

«Sono perfettamente al sicuro» replicò stizzita. «O pensa che quel ragazzo mi abbia avvelenato la pizza?»

«Al posto suo non farei dell'ironia, signora Olsen. È già stata aggredita due volte.»

«A Los Angeles. Nessuno sa che sono qui a parte lei.»

«Deve comunque stare attenta. Buona serata.» Scese i gradini della veranda, diretto verso la sua auto.

Alexa aprì la porta. Un semplice ragionamento le era balzato in testa: se Reynolds fosse stato davvero al soldo di Spencer, se la notte dell'incendio l'aveva abbandonata al suo destino, avrebbe avuto più di una possibilità di farle del male.

«Aspetti.» Gli andò incontro, guardandolo dall'alto degli scalini. «Giusto perché lo sappia, non mi fido di lei.»

«L'ha reso ben chiaro. Harris ha una grande influenza su di lei.»

Nessuno può influenzarmi, tantomeno quell'uomo.

Si ticchettò le dita sul braccio, arrovellandosi per prendere una decisione.

Non mi ha fatto del male, quindi forse può davvero aiutarmi. E lo farà meglio al mio fianco che fuori in un auto.

«Mi si sta freddando la pizza» disse infine. «Ha mangiato qualcosa?»

«Non mi piace il salamino piccante.»

«Non le stavo mica offrendo la mia pizza.» Alexa si bloccò, intuendo le implicazioni di quell'affermazione. Come faceva a sapere che aveva ordinato la pizza col salamino piccante?!

Si guardò intorno. Non avrebbe mai individuato la cimice nascosta nella lanterna che pendeva sopra la porta in legno bianco se non l'avesse cercata di proposito.

Generations - Vol 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora