In mano un bicchiere di spumante, nell'altra il telecomando. Ecco come avrebbe passato Capodanno.
Grady aveva cercato di convincerla a cenare da qualche parte e poi chiudersi nel loro motel e scopare come se non ci fosse un domani. Lacy aveva acconsentito - non si può dire di no a Grady - ma quella mattina gli aveva mandato un messaggio dicendo di essere malata. Non voleva vederlo, ma al tempo stesso soffriva come un cane a stare senza di lui.
Si rendeva conto che la loro era una relazione malata cui doveva porre termine. Iniziava ad avere dei sospetti su come Grady l'avesse trovata. Aveva letto un articolo risalente a quell'estate. Il suo amore era stato salvato durante una rissa in galera dall'ex di Alease, che guarda caso aveva una certa fama come investigatore.
Certo a quell'uomo non importava niente di lei, la vedeva solo come la troietta che faceva dannare la sua ex, che la rendeva gelosa e irritabile. Non sapeva di averle appena rovinato la vita, di averla precipitata nell'incubo da cui a fatica era uscita anni prima...
LACY HA 14 ANNI
Accadde una settimana dopo il suo arrivo. Ace e Mildred erano usciti e lei stava guardando una serie tv che amava. Grady rientrò da una cena con gli amici e la trovò sul divano in pigiama.
«Sono le undici passate. Perché non sei a letto?»
«Non sono una bambina» rispose lei sovrappensiero, concentrata sul film.
Troppo tardi si rese conto di quello che aveva fatto. Aveva violato una delle loro regole. Non si può rispondere male a Grady.
«Cos'hai detto?» sussurrò lui, all'improvviso davanti a lei, alto e contratto.
Lacy si rannicchiò contro lo schienale del divano, alzando gli occhi. «Scusa» capitolò subito. «È che non ho sonno.»
Grady parve rabbonito, ma solo un po'. «Devi dormire.» Prese il telecomando e spense la tv. Proprio sul più bello, quando lui stava per dire a lei che l'aveva sempre amata e voleva passare il resto della vita al suo fianco!
Lacy strinse le labbra, infastidita. Avrebbe voluto riaccendere la tv ma non osava. Non con Grady che la fissava con quello sguardo.
Così si alzò sbuffando e marciò verso le scale.
«Hai sbuffato?» registrò immediatamente Grady, andandole dietro.
Lacy non gli rispose. Altro errore. Accelerò il passo per riuscire a chiudersi dentro la sua stanza.
Ma Grady entrò dietro di lei e sbatté la porta. «Sei molto maleducata stasera.»
Lacy sapeva che c'era un'unica maniera per scamparla. O almeno lo sperava. «Sono nervosa perché ho il ciclo.»
Coi ragazzi dell'orfanotrofio funzionava sempre. Bastava dire "ciclo" o "mestruazioni" e loro la lasciavano subito in pace, arrossendo e distogliendo lo sguardo.
Grady non batté ciglio. «Non è una ragione per essere irrispettosa.»
Lacy non aveva voglia di continuare quella conversazione. Così andò fino al suo armadio e frugò in un cassetto fino a tirare fuori un tampax che gli sventolò davanti al naso.
«Te ne vai? Mi devo cambiare.»
Grady non fissò nemmeno l'arma impropria che stringeva in pugno. Avanzò verso di lei, facendola indietreggiare fino al muro. Lì la tenne, inchiodata con la sola forza del suo sguardo magnetico.
Quindi calò una mano verso i suoi pantaloncini del pigiama. Lacy rimase senza fiato quando lo sentì insinuare le dita sotto l'elastico delle mutande e carezzarle la pelle bollente e non depilata.
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Generations - Vol 2
ChickLitSecondo romanzo della serie "Generations" (INDISPENSABILE LEGGERE IL PRIMO) Sono trascorsi cinque anni dalla fine del primo libro. La terapia di Heather finalmente è conclusa ma lei non è più la stessa donna di prima: per qualche motivo rifiuta di r...