68. ALEASE HA 41 ANNI

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Sedeva a gambe incrociate davanti al gabinetto, bianca come un cencio, la fronte sudata poggiata alla tazza di porcellana.

Forse non è stata una buona idea il sushi ieri sera.

Il suo addio al nubilato era stato alquanto scialbo. Si era limitata ad invitare Lacy, Becca, Ronnie e Stacy a mangiare insieme e poi si erano rintanate in un tranquillo localino lungo la strada. Tra il sushi, l'alcol e il venticello freddo che si era alzato verso mezzanotte, non c'era dubbio che stesse male quella mattina.

Ma di certo contribuiva anche l'ansia che le serrava la bocca dello stomaco. Aveva provato a fare colazione ma persino l'odore del caffè le dava la nausea. Aveva mandato un sms allarmato a Becca, che ridendo le aveva risposto: "Non è che sei incinta?"

Alease sapeva che era impossibile, e lo sapeva anche Becca, ma eliminare quella possibilità non l'aveva fatta star meglio.

Come posso sposarmi in queste condizioni? Non mi reggo neanche in piedi.

Sentì dei colpetti alla porta. «Come va?» chiese la voce ovattata di Becca.

In tutta risposta, Alease si chinò in fretta con la faccia nel water e rigettò solo bile. Aveva le lacrime agli occhi e lasciò che le scorressero lungo il viso. Stava rovinando tutto!

Becca entrò e arricciò il naso per l'odore acre che permeava il bagno. «Cavolo.» Corse ad aprire la finestra e arieggiò la stanza. «Fortuna che non hai ancora indossato l'abito o a quest'ora dovresti staccare un assegno per risarcire la Hopkins.» Forse notò il suo sguardo avvilito perché cambiò tono. «Abbiamo tempo, sai. Tu stai tranquilla e prendi respiri profondi.»

Alease chiuse gli occhi e si appoggiò allo stipite della porta. «Pensi che l'universo mi stia dicendo che non dovrei sposarmi?»

«Ti vuoi tirare indietro?»

«Vorrei solo che fosse tutto perfetto.»

Becca la fissò con serietà. «Alease... tu sai cos'è successo in passato con Pete, anche se non te lo ricordi. Sei davvero sicura di volerlo sposare?»

Per tutta risposta Alease si alzò in piedi, cercando di non barcollare e di suonare più decisa di quello che si sentiva. «Sto meglio. Aiutami a prepararmi.»

Sentì Becca sospirare e sperò che capisse che non intendeva affrontare l'argomento. Aveva preso la sua decisione anche se tutti le dicevano che era sbagliata. Il gran giorno era arrivato in un baleno. Alease non aveva mai avuto ripensamenti, nonostante la confessione di Lacy, le tentazioni di Curt Harris, la contrarietà di Becca. Perché lei aveva Pete e il Pete che conosceva non l'avrebbe mai ferita. Forse lo aveva fatto in passato ma adesso Alease era una donna diversa, avrebbe saputo tenerselo accanto. E se avesse sbagliato nel suo giudizio, beh... Esisteva il divorzio.

Ma non sarebbe arrivata a tanto. Si amavano, Pete glielo ripeteva ogni notte dopo aver fatto l'amore, e Alease sapeva di essere la persona più importante della sua vita. Vivevano in sintonia da mesi, era come se fossero già marito e moglie. Quel giorno sarebbe stata solo una formalità.

Becca l'aiutò a mettere il vestito. Alease si osservò con orgoglio e commozione davanti allo specchio. Avrebbe voluto che anche i suoi genitori fossero lì. Era andata a trovarli con Lacy un paio di volte, in occasione dei loro compleanni. Si era messa a piangere davanti alle loro tombe come una bambina e anche Lacy si era commossa. Le aveva raccontato del tempo trascorso con loro, dicendo che erano stati gli anni migliori della sua vita. Perdere Sarah e Grant era stato un trauma. Una cosa era crescere sapendo che da qualche parte lì fuori una stronza l'aveva abbandonata; un'altra era perdere due persone che l'avevano scelta, voluta e amata come una figlia.

Generations - Vol 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora