39. ALEASE HA 39 ANNI

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«Hai da fare sabato sera?» chiese Alease, catalogando i nuovi libri.

Taylor si tolse gli occhiali da lettura e la fissò col suo peggior sguardo da civetta arrabbiata. «No, non ci provare!»

«Cosa?»

«È il tuo compleanno e me lo avevi promesso! Niente più cene noiose. Solo io, te e uno strip club.»

«Se ben ricordo non ti ho fatto alcuna promessa. E poi Pete non sarebbe d'accordo.»

«Tu digli che andiamo a ballare. Faremo anche quello.»

«Lo sai che non sono il tipo.»

Taylor incrociò le braccia al petto. «Fammi indovinare: vuoi prenotare da "Sammio's" come ogni anno da quando ti conosco.»

Alease si morse il labbro. Era così prevedibile? Aveva cominciato quella tradizione l'anno stesso in cui era stata assunta a tempo indeterminato da "Storybook". Fino ad allora erano sempre stati solo in cinque: lei, Pete, Drew, Taylor e sua figlia Gena. Era una tradizione che le era subito diventata cara. Era lo stesso gruppetto con cui festeggiava Natale e il Ringraziamento. "Pochi ma buoni", si ripeteva sempre. Il primo anno aveva provato a invitare anche Alice: non aveva mai ricevuto risposta.

«Però ci sarà un'invitata in più.» Come se questo potesse rendere il tutto meno squallido. Perché di certo è questo che pensa Taylor, paragonato a uno strip club maschile. «Becca Blake, la ragazza che è entrata in negozio la settimana scorsa chiedendo di me.»

«Non è un po' giovane per essere tua amica?»

«Era la migliore amica di mio figlio, alle medie. È diventata una scrittrice e mi sta intervistando per un suo libro.»

«Intervista te

«Sono più interessante di quello che credi» finse di offendersi Alease.

Taylor inforcò gli nuovo gli occhiali e si mise a sfogliare un registro. «A proposito, dov'è la principessa?»

«A casa. "Non si sentiva bene"» mimò le virgolette con le dita, facendo una smorfia.

«Le si è rotta un'unghia lavando i piatti?»

«E quando mai li lava?»

Taylor grugnì indispettita. «Va ancora male?»

«Peggio. Quanto vorrei averla lasciata a Garland...»

«Sarebbe una situazione sgradevole anche se fosse la persona più a modo del mondo, ma così...»

«Che vuoi dire?»

Di nuovo, Taylor lasciò cadere gli occhiali. «Non sei gelosa? Lei, Pete. A casa da soli.»

Alease sollevò una mano. «Non cominciare neanche. Lo sono, e tanto, ma pensavo mi aiutassi a distrarmi. Bell'amica che sei.»

«Scusa, è che io sarei andata fuori di testa.»

«Mi manca poco...» mormorò Alease, cercando di concentrarsi su quello che stava facendo.

Non era per niente tranquilla a saperli a casa da soli. Lacy si era categoricamente rifiutata di uscire dal letto. Diceva di avere mal di pancia e non sarebbe mai riuscita a rimanere tante ore in piedi. Pete, comprensivo, aveva suggerito ad Alease di lasciarla tranquilla per quel giorno.

«Dì al tuo capo che sta poco bene. Domani si sarà già ripresa» le aveva detto.

Ah, quindi tocca a me fare le pessime figure col capo?, aveva pensato Alease irritata.

Generations - Vol 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora