Generations - Vol 2

64. ALEASE HA 40 ANNI

Si rimirava allo specchio con le mani davanti alla bocca e gli occhi sgranati. Quell'abito era un sogno! Lo aveva noleggiato per il 1 settembre ma se l'era fatto portare a casa prima per provarlo. L'aveva notato immediatamente in mezzo agli altri per la sua semplicità ed eleganza. Gonna lunga in raso che le carezzava le gambe al minimo movimento, corpetto e maniche corte ricamati in pizzo, modesta scollatura orizzontale...

«Le sta d'incanto!» esclamò Lindy Hopkins, la proprietaria dell'atelier venuta personalmente a casa sua insieme al fattorino. Il suo intento doveva essere quello di persuaderla a comprarlo a tutti i costi, ma Alease avrebbe voluto dirle che non ce n'era bisogno. Era suo nel momento in cui aveva visto le foto.

D'impulso scattò un paio di foto e le mandò a Becca e Lacy. Quindi rivolse un sorrisone alla Hopkins e annuì.

La donna l'aiutò a spogliarsi, subissandola di domande sul matrimonio. Aveva bisogno di un wedding planner? Il suo atelier forniva anche servizi di catering, fotografi, contatti con negozi di fiori dove confezionavano bouquet splendidi...

Alease le disse che volevano una cosa molto semplice; le sarebbe piaciuto ritrovarsi nei panni di Kate Hudson e Anne Hathaway in "Bride wars", sempre di corsa per preparare le partecipazioni, trovare la location ideale, ingaggiare una famosa band per il classico primo ballo tra sposi... Ma doveva ammettere che le sue finanze non erano illimitate e preferiva investire il suo denaro in una casa più piccola e carina dove avrebbe vissuto per sempre felice e contenta con Pete. Avrebbe sentito la mancanza di Lacy, certo, ma la sua idea di matrimonio non comprendeva un terzo incomodo tra i piedi. Specie considerando quello che c'era stato tra loro due e cui si sforzava di non pensare per non rabbuiarsi. Non aveva più affrontato l'argomento con nessuno dei due, dichiarandolo morto e sepolto nel passato.

La Hopkins le diede comunque il suo biglietto da visita se avesse cambiato idea e deciso di fare le cose in grande. Le promise la consegna puntuale dell'abito il giorno prima delle nozze e si salutarono. Alease si lasciò cadere sul letto a braccia spalancate, con un sorrisone stampato in faccia.

Andava tutto bene, benissimo, e non si era mai sentita tanto felice in vita sua! Rimirò lo splendido solitario con occhi sognanti. Presto sarebbe diventata la signora Dicker. Era un po' avanti negli anni per cambiare cognome ma non le importava. Lei e Pete sarebbero diventati un'unica realtà ed era giusto che tutti lo capissero quando avrebbero avuto a che fare con sua moglie.

Aveva voglia di festeggiare. Aprì il comodino accanto al letto, scavando a fondo per trovare il completino di Victoria's Secret che aveva ordinato online per stupire il suo uomo. L'aveva nascosto perché non voleva che lo trovasse prima del tempo, voleva fargli una sorpresa, vedere i suoi occhi allargarsi e intorbidirsi per il piacere, il suo lento e affascinante sorriso tirargli le labbra...

Sentì un vago indolenzimento all'inguine e serrò le gambe con un sorrisetto malizioso. Aveva voglia di fare l'amore, Pete era un esperto in quello. Era sempre giocoso, passionale, la faceva ridere e il secondo dopo la lasciava senza fiato.

Rovistò fino a trovare il pizzo nero e vinaccia del baby-doll. Lo tirò fuori con energia e qualcosa rotolò tintinnando sul pavimento. Alease si sporse a guardare, temendo di aver rotto una catenella o un pendaglio, e vide l'anello correre verso il muro e fermarsi contro il battiscopa.

La fronte aggrottata, andò a raccoglierlo e lo osservò. Non l'aveva mai visto prima ma era chiaramente un anello di fidanzamento. Era semplicissimo ma poi lesse la scritta all'intero. "Mia."

Qualcosa le schioccò nella testa, come se il cervello avesse dato un colpo improvviso alla scatola cranica. Alease scosse il capo, serrando i denti per il dolore, e tutto finì, lasciandola con gli occhi sbarrati e il respiro alterato.