Ma gli sforzi della donna furono vani.
<<Mi dispiace tantissimo tesoro ma tua sorella... Tua sorella non ce l'ha fatta!>> comunicò la soccorritrice improvvisata alla più giovane delle Weber.
<<É qui tutto quello che sai fare infermiera?! Mia sorella é forte,mi rifiuto di credere che il suo cuore abbia smesso di battere!>> non si diede per vinta Deborah e praticò il massaggio cardiaco su Esther,stringendo e carezzando quest'ultima,come se i ruoli si fossero ribaltati:Esther era diventata la sorellina da accudire.
Poco dopo arrivarono alcuni ufficiali scortati da una kapò con i lineamenti spigolosi.
I due ufficiali strapparono il corpo esanime di Esther e Deborah chiese in tono supplice:<<Che cosa ne farete adesso di lei?>>.
<<Questi non sono affari tuoi! Voi andate a gettare la spazzatura!>> la gelò un ufficiale.
<<É mia sorella,un essere umano non spazzatura! Un bellissimo fiore reciso troppo presto!>> pensò la piccola Weber ma non osò obiettare,temendo una reazione per lei aleatoria dei brutali interlocutori.
<<Qui le domande le facciamo noi!>> rispose un altra SS.
<<Non restate lì impalate,filate nella vostra baracca!>>ordinò la kapò con sguardo gelido ma le tre detenute indugiarono.
<<Sbrigatevi o vi ci manderò con la forza!>> le minacciò l'arcigna donna.
<<Mi dispiace tanto per la tua perdita,tesoro,io sono Myriam e queste sono le mie bambine: Noa e Yael!>> ruppe il silenzio la madre delle gemelline una volta che fu tornata nella sudicia baracca,ripartendo un tozzo di pane e una scodella di zuppa liquida per sé,per le figliolette e per Deborah.
Quest'ultima era assorta nei suoi pensieri funesti,compiangendo la sorella.
Invece le bambine sembravano inerti,riuscirono a mandare giù quella brodaglia a fatica,macchiandosi di untume gli angoli della bocca,mentre la loro madre le imboccava amorevolmente.Alcuni giorni dopo
<<Rüdi,figliolo,comportati da signorino dabbene per la cena di gala che si terrà tra poco! Non riuscirai mai a indovinare chi saranno i nostri invitati di punta!>> si raccomandò Cristoph Hirschnauer con il figlio appropiquandosi al salone della loro magione.
<<Infatti padre non ne ho la benché più pallida idea!>> rispose Rüdigier.