CAPITOLO 12

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<<Beh,ci farebbe comodo imparentarci col vostro amico ormai passato a miglior vita,ma preferirei prima conoscere meglio sua nipote!>>asserì Rüdi senza un'accesa convinzione,infatti aggiunse mentalmente:<<Così magari riuscirò a dimenticare quell'ebrea! Mi sta facendo diventare pazzo con le sue apparizioni nella mia testa,neanche mi avesse fatto un sortilegio!>>.
Dal canto suo,Otto sorrise tronfio e abbracciò Rüdi:<<Ottima scelta figliolo,ma non tirare troppo per le lunghe il corteggiamento! Con l'avvenente fanciulla che ti ritrovi tornerai da me a farmi pressione per accellerare le nozze!>>.
<<Quell'ebrea ha un nome! Provo già compassione per quella povera ragazza che dovrà stare al tuo fianco e sopportarti! So di essere affascinante e che sei pazzo di me ma non mi resta che augurarti un futuro luminoso con la tua dolce metà!>> lo sbeffeggiò Esther e si dissolse.
<<Sai di essere sbruffona,ecco tutto!>> s'irritò il figlio di Cristoph mormorando senza farsi sentire dal genitore.
Deborah ripensò alle sprone che le aveva dato Esther per onorare la memoria di Myriam e di tutto il loro sventurato popolo e decise di sondare il terreno per fare luce sul mistero del medico Mengele ma non sapeva da che parte iniziare.
<<Aiutami tu Esther del mio cuore!>> mormorò tra sé e sé.
Poco dopo,lupus in fabula,il famigerato uomo di scienza fece la ronda della baracca delle donne,scortato da alcuni assistenti, borbottando:<<Chissà quante coppie di gemelle saranno rimaste!>>.
Deborah drizzò le orecchie e lo seguì con lo sguardo cercando di non dare nell'occhio.
Aveva il suo solito sorriso ebete come una sorta di ghigno,e faceva meccanicamente cenno ai suoi sottoposti di prelevare manciate di bambine di svariate età,soprattutto gemelle.
Con le più docili il suo piglio era garbato,come un qualunque medico con un atteggiamento professionale.
Inoltre sembrava mantenere un tono di voce benevolo e suadente,scherzando con loro e distribuendo caramelle;mentre le più refrattarie erano apostrofate con oscenità,insulti e,come se non bastasse, venivano portate via con la forza anche dal suo entourage,nel migliore dei casi a suon di strattoni.
Deborah,come le altre internate,inorridì,alcune si tapparono la bocca sgomente,altre piansero,urlarono,strepitarono...
La piccola Weber si dovette appoggiare a un sudicio muro per non svenire,gelata dagli occhi fuori dalle orbite di Mengele.
<<Devo trovare il modo di fermare questo pazzo,devo salvare quelle povere malcapitate o Dio solo saprà come andrà a finire! Ma che cosa posso fare io?! Sono una nullità qui dentro,mi schiacceranno come un insetto se proverò a muovere anche solo un dito!>> rifletté atterrita e terrorizzata.

AL DI LÀ DEL FILO SPINATODove le storie prendono vita. Scoprilo ora