Rimasta sola,Deborah sospirò,afflitta ed esasperata dalle accuse di Genoveva.
Poco dopo sentì bussare e,temendo che si trattasse di uno degli Hirschnauer,si ricompose.
<<Deborah,Genoveva! Aprite! Sono io,Amos!>> esclamò il giovane a squarciagola e la Weber corse subito verso l'uscio.
<<Ciao Deborah!>> la salutò lui con voce squillante.
<<Ahem,ciao Amos>> biascicò la ragazza.
<<Genoveva non é qui con te?>>.
L'ancella ebrea scosse la testa.
<<Uhm,strano! Di solito siete inseparabili!>> commentò il bel semita.
La sua osservazione,seppur innocente,ferì Deborah,facendole venire ulteriormente il magone.
<<Che brutta cera! Che hai? Non mi dire che avete litigato!>> fece centro Amos.
La sua interlocutrice sospirò flebilmente e annuì lentamente.
<<Oh,mi dispiace! Vedrai che farete pace!>> tentò di tirarla su l'oggetto del loro forse insanabile bisticcio,dandole una bonaria pacca sulla spalla.
<<La vedo difficile!>> rispose Deborah con tono di rassegnazione.
<<Ma non impossibile! Non vorrei essere indiscreto ma se mi raccontassi il motivo della vostra lite potrei aiutarvi a chiarire,così ritornerete amiche come prima!>> la esortò con sollecitudine Amos.
Lei si sentì imbarazzata ma dopo qualche attimo di esitazione sputò il rospo.
Amos ridacchiò.
Deborah si pentì di essersi confidata con lui:<<Che stupida che sono stata! Non avrei dovuto raccontartelo,per te sono sciocchezze da bambinette! Sapevo che mi avresti presa in giro! Tu non staresti mai con una come me!>>.
<<No,non é questo!>> negò Amos e le fece cenno di spostarsi in un angolo più appartato e la Weber obbedì con sguardo interrogativo.
<<Sai,qui anche i muri hanno orecchie!>> tagliò corto lui e a bassa voce,ma senza fare pause, le confessò:<<Certo che starei con una come te,se non fossi omosessuale ovviamente>>.
Deborah sbarrò gli occhi,sgomenta da quell'improvvisa dichiarazione.