Capitolo 15

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Prendo il resto della giornata per me ed esploro altre calette, mangio un arancino comprato da un chioschetto arroccato sugli scogli e controllo l'e-mail. Trovo una mail di Daniel, il mio capo, una di Gabriel e una di Federico, manco un battito ma decido di non leggerla, per ora. Torno a casa che è quasi sera, con la bici a mano, perché ho pure bucato durante il ritorno.

In lontananza vedo una figura scura sul mio portoncino, guardo meglio ed è Sam.

Arrivo davanti a lui ed è un fascio di nervi, le braccia conserte, i muscoli tesi e gli occhi iniettati di sangue "oddio avrà bevuto di nuovo?" penso subito.

Mi guarda severamente e ringhiando mi chiede «Dove sei stata tutto il giorno?»

Ma come si permette?

«In giro, a farmi i cazzi miei» ribatto secca.

«Ah...» lo sguardo si fa ancora più duro «e con chi saresti stata a farti i cazzi tuoi? sentiamo» mi dice con sguardo minaccioso.

Arretro sotto il peso del suo sguardo ma non mollo il punto «ero... ero da sola»

«Davvero?» mi incalza lui.

La rabbia sta prendendo il sopravvento su di me «Scusa Sam, ma esattamente che vuoi? Io non ti devo nessuna spiegazione. Non devo renderti conto di niente».

I suoi occhi si rabbuiano e vedo le nocche sbiancarsi... oddio «io... io... ero preoccupato per te» sbotta nervoso tirandosi i ricci.

«Oh...» dico stupita. Si è preoccupato per me? Un'ondata di calore invade il mio cuore ammaccato, era tanto che qualcuno non si preoccupata così per me. La rabbia si attenua leggermente.

«Sam...» continuo «avevo bisogno di fare un giro per schiarirmi le idee, tutto qui» mi difendo «poi ho bucato la bici e quindi son dovuta tornare a mano».

Il suo sguardo si addolcisce «davvero hai bucato? Fammi dare un'occhiata dai».

«No» rispondo scocciata «non puoi aggredirmi così e poi far finta di non avermi appena ringhiato contro. Ascoltami bene perché non mi ripeterò. Io...» trattengo il fiato «io non ti appartengo. Siamo amici, ma io sono libera di andare dove mi pare per quanto cazzo mi pare, senza doverti nessuna spiegazione» e in quel momento la mia bocca tira fuori parole solo per ferirlo «Io non solo lei... io non sarò mai lei... Non ti appartengo e sicuramente non sono qui per salvarti da stesso... sono qui per salvare me» e in quell'istante mi pento di ogni parola che gli ho detto, ma ormai è troppo tardi.

Lo sguardo che mi rivolge mi strazia, i suoi occhi verdi-blu diventano vuoti, immobili e intrisi di una cattiveria che non gli avevo mai visto e tra i denti mi dice «hai ragione, non sarai mai lei» e se ne va.

Lasciandomi lì sola sul marciapiede.

Salgo le scale furiosa, un mix di emozioni si fanno la guerra nel mio cuore e nel mio stomaco.

Sono arrabbiata, ma che dico, sono incazzata nera con Sam, il suo essere così possessivo e arrogante mi manda fuori di testa, ma allo stesso tempo mi sento in colpa per ciò che gli ho detto, mi sento una stronza per aver tirato fuori il peggio di me, quando forse avrei dovuto solo capire senza attaccare, ho paura per la forza con cui mi sta entrando dentro e sta sconvolgendo il mio mondo.

Sono confusa da questi sentimenti che non riesco a decifrare e che si stanno facendo largo nel mio cuore

Sono spaventata perché il mio cuore distrutto e straziato da Tommaso, non è assolutamente pronto ad accettare nuovi sentimenti che possano in qualche modo ferirlo nuovamente.

Sam non proverà mai niente per me, lui sarà sempre suo, l'ha chiarito già molte volte.

Incazzatura e dispiacere si danno battaglia dentro di me, vorrei andare a cercarlo e digli che volevo solo ferirlo come la sua aggressività aveva ferito me, ma dall'altra parte il mio orgoglio non permette che sia io a fare il primo passo e ad ammettere l'errore.

Alle due di notte, scossa da sogni turbolenti, vengo svegliata dal campanello.

Canzoni Capitolo 15:

Hungry Eyes - Eric Carmen

Parli Parli - Carl Brave ft. Elodie

Vaffanculo - Marco Masini

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