Capitolo 65

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Il ristorante scelto da Sam non è Trapani, ma vicino alle saline che abbiamo percorso lunga la strada di ritorno da Segesta.

Una location incredibile, davanti a noi solo i mulini, il sale e il mare infinito.

Entriamo in sala e molti degli occhi dei presenti si spostano su di noi, Sam sorridendo mi cinge la vita e mi accompagna al tavolo, dentro di me spero che nessuno lo irriti e lo faccia sbottare.

Scegliamo un menù degustazione di pesce, otto portate e i relativi bicchieri di vino dopo siamo mezzi ubriachi e ancora un po' affamati.

Risaliamo in macchina e torniamo in hotel.

"Fernando, conosce per caso un posto dove possiamo mangiare qualcosa di veloce qui vicino, giusto per tamponare tutto questo alcool?" dice imbarazzo Sam.

"Bè a quest'ora, l'unica cosa che mi viene in mente è una rosticceria Signore. Niente di sofisticato però...è davvero molta buona" dice arrossendo.

"La rosticceria è perfetta" rispondo io veloce e felice "Grazie mille Fernando".

"Nessun problema Signora, vi accompagno e vi aspetto per riportarvi qui" aggiunge.

"No, sig..." e Sam mi assesta una leggera gomitata nel braccio "L'hotel va benissimo andremo a piedi, abbiamo bisogno di camminare entrambi" rispondo ridendo.

"Fernando non si preoccupi è stato anche troppo gentile" risponde Sam "vada a casa che è tardi".

Ci lascia davanti all'hotel, lo salutiamo con calore e ci incamminiamo verso la rosticceria.

Arrivati lì davanti è deserta, meno male penso subito, vestita così in rosticceria sono un po' a disagio.

Prendiamo dei panzerotti e dei dolcetti e ci sediamo ai tavoli in plastica fuori a mangiare avidamente la nostra seconda cena.

"E io che avevo fatto i salti mortali per trovare il ristorante..." ammette sconsolato Sam.

"Sam è stato tutto perfetto, la rosticceria è la ciliegina sulla torta" sorrido con amore.

"Davvero?"

"Davvero" annuisco "Grazie per questa giornata, è stata perfetta" concludo arrossendo.

"È vero, è stata incredibile" ammette felice.

Due ragazzi si siedono vicino al nostro tavolino e iniziano a fissarci, dobbiamo fare un bel contrasto vestiti in questo modo.

"Nun jè 'npuosto pi vuatri" ci dice il più basso a denti stretti.

Mi volto e rispondo "Come scusa?"

"Nun è un puosto per voialtri" ribatte l'altro.

"Perché scusami?" chiedo seccata.

Sam ha gli occhi stretti a due fessure e vedo i pugni stretti sotto il tavolo, gli afferro una mano e lo prego con gli occhi di non fare niente.

"Finiamo di mangiare e andiamo via, non vogliamo problemi" concludo tranquillamente.

Il basso rivolto all'amico "'n omu chi fa rispùnniri 'na fìmmina" e ride sommessamente.

"'na bedda fìmmina..." e indugia sul mio corpo.

Sam scatta in piedi, gli stringo la mano, ma si libera velocemente dalla mia presa.

Scatto a mia volta in piedi e cerco di trattenerlo per un braccio "Sam lascia perdere, andiamo".

I suoi sguardi saettano su di me e su i due uomini davanti.

"Avete qualche problema? O avete finito di importunare la mia ragazza?" risponde tra i denti. Vedo la mascella serrata e tesa.

Se solo ioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora