Capitolo 78

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Arrivate davanti alla palazzina bianca, Sara sale su per fare una doccia e rilassarsi un po'.

Busso alla porta di Sam.

Viene ad aprirmi a torso nudo, i pantaloni della tuta gli calano su un lato, i capelli arruffati e gli occhi arrossati mi fanno intuire che stesse riposando.

"Scusami ti disturbo" dico piano.

"Non disturbi mai" dice stiracchiandosi e facendomi cenno di entrare.

"Dormivi?"

"Si e no. Ho dormito un po' oggi pomeriggio e ora ero rimasto a letto a godermi un po' di pace"

"Posso farti compagnia?" chiedo timida.

"Non chiedermelo mai, io te e un letto è ciò che desidero ogni secondo della giornata" dice baciandomi sulle labbra.

Entro nella camera, mi sfilo i jeans e le scarpe ed entro sotto le coperte accanto a lui.

Il contatto con il suo corpo manda in tilt il mio, con scariche di brividi e pelle d'oca.

Si volta su un fianco e inchioda i suoi occhi verdi-blu nei miei domandandomi "Tutto bene?"

"Si, perché?" mento io.

"Sei strana, ormai ti conosco...lo percepisco che c'è qualcosa che non va".

"Tutto bene" mento ancora.

"Mi stai mentendo?" chiede strizzandomi un fianco.

"Forse..." ammetto imbarazzata.

I suoi occhi si rabbuiano e si chiudono a fessura.

"Non mi piace che mi menti...non vedo che bisogno tu abbia di farlo"

"Sam...ho parlato di cose pesanti con mia sorella, sono turbata, triste e un po' sottosopra. Non ho bisogno che tu mi faccia la morale se per una volta non ho voglia di condividere..."

"Vio ma io non ti faccio la morale, dico solo che non si sta con una persona solo per le cose belle, ci si sta anche per i momenti no e i giramenti di cazzo, quindi se vuoi parlarmene io sono qui. Ti sostengo e se posso ti aiuto".

"Lo so" sospiro stremata.

"E pensare che ero io quello che faceva muro eh?" ribatte offeso.

"Che palle Sam. Lasciami in pace, anzi vado a casa che è meglio" dico tirandomi su.

"Vabbè Viola. Fai un po' come cazzo ti pare" ribatte alzandosi e uscendo dalla camera.

Rimango a fissare la porta da cui è appena uscito, perché spesso sono così incapace di esprimermi? Perché la paura di perderlo mi blocca talmente tanto da non riuscire neanche ad affrontare il minimo dibattito? Mi odio, odio quello che Sam sta facendo a me, odio il fatto che mi renda così insicura e vulnerabile, ma ha ragione Sara devo lottare e vincere se voglio essere felice.

Mi alzo dal letto e vado a cercarlo. Sento un rumore di cocci provenire da fuori.

Esco in giardino e trovo un vaso rotto accanto alla porta, Sam sta raccogliendo i pezzi.

"Sam..." dico piano.

"Viola, lasciami in pace. Non ho voglia di parlare con te in questo momento" dice continuando a raccogliere i pezzi.

"Sam...per favore fammi spiegare..." lo incalzo.

Si alza lentamente, si ferma davanti a me, sospira inchiodandomi con il suo sguardo fermo "Viola. Ti. Prego. Lasciami in pace".

"No che non ti lascio in pace. Sei stato tu a dirlo non si sta insieme solo per i bei momenti, si sta insieme per tutto. Sono stata una stronza e voglio scusarmi".

Se solo ioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora