Capitolo 32

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Un milione di pensieri affollano la mia mente, scuoto la testa nella speranza di scacciarli.

Apro gli occhi e sono ancora in terrazza, le mani stringono forte la ringhiera, quasi rischiassi di cadere di sotto.

Forza Viola.

Inspira.

Espira.

Sam se n'è andato e il casino di queste ultime 48 ore mi crolla addosso come un macigno.

Dovrei chiamare Sara, ma per dirle cosa?

Mi ricompongo meglio che posso esternamente indossando un paio di jeans a sigaretta, una felpa verde salvia e un trench nero, aggiungo anche un cappellino nero per coprire alla meglio le mie occhiaie.

Devo uscire da questa casa, subito! Penso andando in debito di aria tanto mi sembra piccola e pregna di ricordi la mia casetta.

Scendo veloce le scale ed esco nella mattina siciliana, amo il clima di quest'isola.

Stasera ho un appuntamento con Camilla, ma dove? A che ora? Cazzo!

Ha detto che abita sulla destra, penso guardando i palazzi per strada.

"Ciao Viola!" urla una voce sopra di me.

Alzo lo sguardo e la vedo che si sbraccia da una finestrina, meno male.

"Ciao Camilla" dico felice "ti stavo giusto cercando".

"Ah si? Come mai?" mi chiede curiosa.

"Ehm...volevo sapere come rimaniamo per stasera" domando titubante.

"Giusto! Pensavo di venirti a suonare ad una certa" risponde tranquilla.

"Ah ok, tipo alle 7?"

"Top" risponde lei.

"Ok, allora ci vediamo dopo" dico allontanandomi.

"Viola, sei una figa con quel cappello!" mi grida.

Sgrano gli occhi, ho il timore che le manchi qualche rotella.

"Ciao Camilla!" dico salutandola con la mano.

"A dopo!" mi urla lei di rimando.

E mi incammino verso il cuore del paese.

Shopping, devo fare shopping. È possibile fare shopping a Favignana? Oddio ci sarà qualche negozio? PANICO!

Cammino per le piccole stradine bianche dell'isola in cerca di un negozio dove comprare qualcosa da vestire.

Lo shopping è sempre stata la mia migliora cura e adesso il mio cuore e la mia anima hanno proprio bisogno di quello: shopping matto!

"Madame Ophelia" leggo sull'insegna in legno sciupata dal tempo e dalla salsedine.

Cerco di sbirciare nella piccola vetrina, ma un drappo rosso carminio copre praticamente tutto lo spazio, così deciso di entrare.

La porta si apre con un leggero tintinnio di campanellini, lo spazio è piccolo e poco illuminato, ma tutti intorno a me si susseguono ripiani e relle cariche di vestiti.

"Buongiorno Cara" dice una voce dolce alle mie spalle "mi scusi per il disordine ma oggi sono è arrivato un carico e sono sommersa".

Mi volto sorpresa e una signora sulla cinquantina mi sorride raggiante.

Indossa una lunga gonna plissettata bordeaux e una cappa nera. Abbinamento bizzarro, ma allo stesso tempo su di lei ha un effetto magnetico.

Capelli ricci e neri come la notte sono raccolti in uno chignon basso e qualche ciocca ricade selvaggia incorniciandole il viso.

Mi risveglio.

"Buongiorno Signora, ha un negozio incantevole" dico non credendo ai miei occhi, guardandomi intorno.

"Oh cara, chiamami pure Ophelia"

"Ophelia...Io sono Viola, molto piacere".

"So benissimo chi sei cara. Sei la ragazza con il cuore spezzato che abita nella casa di Don Ferdinando e Maddalena a Spiaggia Praia, giusto?" dice lei sedendosi su un pouf viola e scrutandomi con i suoi occhi neri.

Annuisco imbarazzata.

"Non crucciarti tesoro, il paese è piccolo, prima è tornato il giovanotto inglese poi sei arrivata tu. Tutti ci conosciamo e sappiamo tutto gli uni degli altri" mi sorride dolce "Cosa ti porta nel mio negozio?" chiede curiosa.

"Non lo so" rispondo sempre più imbarazzata "mi ha attratta da fuori conquistandomi e così sono entrata".

"Sto facendo bene il mio lavoro allora" dice alzandosi e venendo verso di me "Ora, vediamo di trovare qualcosa per te, hai bisogno di shopping. Te lo leggo in faccia".

Scoppio a ridere e seguo questa bizzarra signora.

Dopo 2 arancini, 2 coppe di champagne e con tre buste di vestiti esco dal negozio a pomeriggio inoltrato.

Sorrido chiudendomi la porta alle spalle, il viaggio in questo mondo magico dei vestiti, il mio mondo, mi riporta a casa e camminando distratta sbatto contro quello che penso essere un armadio.

Cazzo...

"Oddio scusa..." dico sbattendo gli occhi per mettere a fuoco contro chi o cosa ho sbattuto.

Un ragazzo di almeno 1 metro e 90 si volta e abbassa lo sguardo per guardarmi sorridendo.

"Tranquilla" dice ridendo "non mi hai fatto nemmeno un graffio".

"Meno male" dico raccogliendo le borse cadute.

"Sei nuova di qui, vero?" mi chiede curioso fissandomi con i suoi occhi scuri.

"Si, son qui solo da qualche settimana" rispondo.

"Ottimo, ci si vede in giro straniera!" dice andandosene.

Canzoni Capitolo 32:

Pensieri e Parole - Lucio Battisti

I can't stop thinking about you - Sting

La Vie en rose - Édith Piaf

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