Capitolo 44-45

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Il 30 ottobre mi sveglio sudata e in preda al terrore, un altro incubo.

Allungo un braccio e il letto accanto a me è vuoto. Mi paralizzo disperata, se n'è andato. Alla fine se n'è andato.

Mi alzo e mi infilo di corsa una felpa blu, nel freddo di fine ottobre mi affaccio alla terrazza nella speranza di vederlo.

Sotto di me sento un respiro affannoso, dei colpi, dei gemiti e lo vedo.

Sta zappando il giardino della casa e sta colpendo la terra con tutta la forza che ha.

È senza maglietta e i muscoli sudati scattano ad ogni colpo, i pantaloncini della tuta evidenziano le sue gambe muscolose e mi mandano in estasi.

Le mani avvolgono una lunga vanga di legno e ferro e colpiscono la terra sconquassandola ad ogni colpo, rimango incantata da tanta grazia e violenza.

Sente il mio sguardo su di sé, si volta e due occhi di fuoco mi inchiodano.

"Ei, non volevo svegliarti, avevo bisogno di..."

"Non mi hai svegliato tranquillo" rispondo.

"Meno male" i suoi occhi sono lontani.

"Oggi è il gran giorno..." ammette sconfitto.

"Lo so"

"Che vuoi fare?"

"Ubriacarmi e perdere i sensi è un'opzione contemplabile?"

"Ehm, credo di no" replico.

"Che palle!"

"Già" rispondo io.

E torno in casa, devo lasciarlo da solo, lo so.

La giornata scorre lenta, ogni secondo scorre straziante come a evidenziare il momento in cui lei smetterà di essere sua. Sua per sempre.

Sam è irrequieto, non riesce a stare fermo, è sempre al telefono e percorre la casa in continuazione.

Seduta in terrazza aspetto, aspetto calma l'esplosione.

Sento chiudere la porta di camera mia e resto in terrazza cercando di non farmi prendere dal panico, questa giornata deve finire.

Stralci di conversazione mi arrivano dalla porta finestra socchiusa, non devo ascoltare, non posso, ma...

"Bryan che cazzo ti devo dire? Certo che ci devi andare, lei è anche amica tua e lo sai. Carol non ti perdonerà mai se non andate, sono amiche da una vita". Silenzio.

"Si Bryan lo so, tu sei amico mio, ma non ha senso che tu faccia lo stronzo così". Silenzio.

"Sono in Italia". Silenzio. "Non ne ho idea sinceramente". Silenzio. "Credo che sia stata una delle migliori decisioni mai prese". Silenzio. "è complicato". Silenzio. "Certo, il mare". Silenzio. "Sto non lo so nemmeno io, dovrei solo stare male e invece...". Silenzio. Ride. "Non ci capisco più nulla Bryan. Prima lei era l'unica, lo sai, lo hai sempre saputo, adesso...adesso è diverso. Qualcosa è cambiato". Silenzio.

Trattengo il respiro e torno ad ascoltare.

"Non lo so, ho incontrato una persona, una donna. È matta quanto me, forse di più...ed è oscura, fa incubi strani" ride "peggio dei miei credo. Ma mi fa sentire vivo, riesco a respirare di nuovo accanto a lei". Silenzio. "Mi sento così in colpa però, avevo giurato di amare solo Ella per la vita, nonostante tutto, lo sai e adesso quello che provo per lei, non capisco. Non devo provare certe cose...". Silenzio. "Si, me la sono scopata, mi conosci...è stato b..."

Devo smettere di ascoltare, non posso.

Entro in casa, scrivo veloce qualche parola su un biglietto ed esco.

Devo respirare anch'io, soprattutto dopo quello che ho sentito.

La stagione balneare è ufficialmente conclusa e per le strade umide di Favignana non c'è quasi nessuno.

Cammino mesta per un po', guardandomi intorno e lasciando che l'aria entri finalmente libera nei miei polmoni.

Il mio telefono squilla e lo ignoro.

Devo respirare e riprendere possesso del mio corpo.

Devo fare chiarezza nella mia testa e nel mio cuore.

Il mio telefono squilla di nuovo: Sam.

Rispondo con un messaggio "Scusami Sam, ho bisogno di un attimo per me. Sono a fare una passeggiata." E lo spengo.

Entro nel mio mondo incantato: Madame Ophelia, e ci resto fino a sera.

Canzoni Capitolo 45:

Sai che - Marco Mengoni

Respiro - Franco Simone

Don't forget about me - CLOVES

Se solo ioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora